‘Sedere per lungo tempo senza sdraiarsi giù
non è obbligatoriamente di beneficio’. (Hui-neng – Yi Wu)
Il Sesto Patriarca Hui-neng era contrario alla seduta formale in quanto ‘solo sedere’. Sfortunatamente, proprio questa sembra essere la pratica nei moderni centri Zen, che ha portato alla discutibile abitudine di fare lunghe maratone sedute, altrimenti chiamate in Giapponese, sesshin, il cui significato letterale è “unificare la mente”. Hui-neng credeva che l’attaccamento alla forma della seduta facesse perder di vista l’intera essenza dello Zen. Egli era anche contrario alla pratica di cercare di immobilizzare la mente per renderla vuota e scura. Per Hui-neng, nel mezzo del pensiero ordinario, uno deve cercare di scoprire l’originaria auto-natura animativa che partorisce continuamente tali pensieri. Ciò che Hui-neng principalmente obiettava era l’equivocare la meditazione seduta con il vedere la propria vera natura.
Possiamo anche andare avanti col dire che la vera meditazione è percepire la Pura Mente, che è la sorgente dei nostri pensieri mondani. Questa Mente è naturalmente trascendente per colui che la rivela. Uno si risveglia veramente quando non c’è più un pensiero o un fenomeno, di cui non ci si renda conto che è dipendente da questa creativa Mente. Così, questa Mente non dipende da pensieri o dai fenomeni. Né dipende dallo star seduti, stare in piedi, camminare o riposare. Codeste pratiche fisiche non risveglieranno una persona comune, né tali pratiche aumenteranno il risveglio ad un Buddha.
– Da: The Zennist: Going to the very heart of Zen (Spunti sullo Zen del Maestro ZENMAR – dal sito: http://zennist.typepad.com) Trad. di Alibert Centronirvana
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– Huìnéng – it.wikipedia