Poesie tratte dallo Zenrin Kushu, una raccolta zen del XV secolo.
Nessun bisogno di colline e di ruscelli per una meditazione pacifica.
Quando la coscienza si acquieta il fuoco si rinfresca di sé.
Nulla da nessuna parte è nascosto,
dai tempi dei tempi tutto è chiaro
come la luce del giorno.
* * *
Non puoi ottenerlo pensandoci;
Non puoi ottenerlo non pensandoci.
* * *
Il vento cessa ma ancora piovono fiori.
Un uccello canta:
la montagna si fa ancor più misteriosa.
* * *
Noi dormiamo con entrambe le gambe distese,
Liberi del vero, liberi del falso.
* * *
Il vecchio pino stormisce la divina saggezza.
L’uccello nascosto nel bosco canta l’eterna armonia.
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Mille erbe piangono le lacrime della rugiada.
Solo un pino mormora nella brezza.
* * *
Lui lo incontra ma non sa chi è,
Mi intrattengo con lui ma ignoro il suo nome.
Là dove né luna né sole arrivano,
Là, in verità, quali meravigliosi paesaggi!
* * *
Avere una noia, questo è ricevere una grazia;
Essere felici, ciò è stato messo alla prova.
* * *
Quando un fiore sboccia, il mondo intero si rivela.
* * *
La bocca vorrebbe parlare ma le parole scompaiono.
La mente vorrebbe comprendere ma i pensieri svaniscono.
* * *
Arriviamo a mani vuote,
e a mani vuote ce ne andiamo.
* * *
Rotondo e perfetto,
come il grande vuoto,
nessun difetto,
nessun eccesso.
* * *
Essere consapevoli della mente originale, della natura originale;
Solo questa è la grande malattia dello Zen!
* * *
Una parola determina il mondo intero;
Una spada pacifica cielo e terra.
* * *
Ti spiegherò in dettaglio perchè Bodhidharma giunse in Cina:
ascolta le campane del tempio la sera
ed osserva il sole che declina.
* * *
Se incontri un uomo illuminato nella strada,
Non salutarlo né con parole, né con il silenzio.
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Sedendo quietamente, senza fare nulla,
Viene la primavera, e l’erba cresce da sé.
Le montagne azzurre sono da sé montagne azzurre
le bianche nubi sono da sé nuvole bianche.
* * *
Come una spada che taglia, ma non può tagliarsi;
Così un occhio che vede, ma non può vedersi.
* * *
Battono le gocce d’acqua sulla foglia di bambù,
ma non sono lacrime;
la tristezza appartiene a colui che le ascolta.
* * *
Arrampicati a piedi nudi su una cima di spade.
E immergiti nel fuoco con una pelliccia.
* * *
Negli occhi il mormorio della sorgente;
Nelle orecchie, il colore dei monti.
Un fiore sboccia,
È primavera ovunque.
* * *
Le oche selvatiche non intendono proiettare il proprio riflesso.
L’acqua non ha intenzione di ricevere la loro immagine.
* * *
Una frase dopo l’altra,
e l’attimo è sempre nuovo.
* * *
Entrando nella foresta non muove l’erba;
entrando nell’acqua non produce un solo cerchio di superficie.
* * *
Non lo trovi se lo cerchi,
non lo trovi se non lo cerchi.
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Come le farfalle si posano sui fiori appena sbocciati
Bodhidharma dice,
io non so.
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Non c’è nessun luogo dove cercare la mente;
È come le impronte degli uccelli nel cielo.
* * *
Sopra, non un pezzo di tegola per coprire la testa;
Sotto, non un centimetro di terra per appoggiare un piede.
* * *
L’acqua prima, e l’acqua dopo,
Ora e per sempre fluendo, segua l’una all’altra.
* * *
Se non credi, guarda a settembre, guarda a ottobre!
La caduta delle foglie gialle, precipitando, riempire montagna e fiume.
* * *
Montagne e fiumi, la terra intera
Tutto manifesta apertamente l’essenza di essere.
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Salvarsi la vita deve essere dimenticato,
una volta dimenticato, per la prima volta si entra nella pace.
* * *
Per dieci anni non sono potuto tornare,
ora ho dimenticato da quale strada sono venuto.
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– Fonte