Silenzio condiviso con le parole.
D: Qualche giorno fa hai detto che l’uomo veramente innovativo giunge duecento anni prima del suo tempo. Hai anche detto che il tempo è elastico. Non hai forse scelto di venire proprio ora, prima di questi tempi caotici che il mondo sta affrontando, così che gli uomini siano più ricettivi a un cambiamento radicale? E questa tecnologia della comunicazione che sta crescendo sempre più rapidamente non rende, a questo proposito, il mondo più piccolo per la diffusione del tuo messaggio? Ci vorranno davvero duecento anni perché l’umanità possa aprirsi alla tua visione?
R: Stiamo vivendo in un’epoca davvero speciale. Non ci sono duecento anni a disposizione. Se l’uomo non comprende il mio messaggio adesso, non ci sarà nessun uomo a capirlo tra duecento anni. Duecento anni è un tempo lunghissimo, persino vent’anni… L’umanità non si è mai trovata in un momento così critico come quello di oggi. Ci sono state guerre, migliaia di guerre, ma non potevano distruggere tutta la vita.
Nei tempi passati, le guerre erano quasi come partite di football. La più grande guerra in India, il Mahabharata, accadde circa cinquemila anni fa, ed è esemplare perché quella è stata la sola guerra in India che è stata descritta nei minimi particolari. Una sola famiglia, due fratelli: un fratello, che era malato, ebbe cinque figli; l’altro fratello era cieco, ma ebbe cento figli. Deve aver avuto molte donne: avere cento figli da una sola donna è praticamente impossibile. Ora la questione era: chi sarebbe stato il successore?
I cinque fratelli erano molto intelligenti, coraggiosi, addestrati in molte arti marziali. Uno di loro era un grande arciere, un altro era un grande lottatore, il più vecchio era un uomo molto intelligente. Invece i cento fratelli erano tutti quello che definireste “cattivi soggetti”, per cui tutti volevano che il regno andasse ai cinque fratelli e non a questi cento mascalzoni; anche senza potere stavano già vessando terribilmente la gente. Ma loro non erano disposti ad accettare così facilmente, per cui la decisione finale andava presa con una guerra: chiunque avesse vinto…
Ebbene, era una guerra in famiglia, per cui invitarono tutti i loro amici, tutti i parenti, ed erano tutti imparentati. Il nonno, benché amasse quei cinque, aveva scelto di stare con gli altri cento, per il semplice fatto che quei cinque erano figli di un uomo malato, e un uomo malato non può governare, a causa della sua malattia. Così il regno era finito nelle mani del fratello con cento figli, e restituire il regno all’altro partito sarebbe stato ingiusto; benché lui amasse quei cinque e odiasse quei cento, nondimeno combatteva con loro.
Alla sera, quando il sole tramontava, la guerra si fermava, e la gente andava da un campo di battaglia all’altro. Durante il giorno si uccidevano a vicenda, e la notte giocavano a carte e spettegolavano sugli avvenimenti della giornata. Quella era un tipo di guerra totalmente diverso. L’uomo vi era direttamente coinvolto, e solo i soldati dovevano combattere, non i civili. Siamo sopravvissuti a migliaia di guerre di quel tipo; ma adesso viviamo in un tempo davvero eccezionale: una guerra nucleare significa semplicemente distruzione totale, un suicidio globale. Nessuno verrà sconfitto, nessuno uscirà vincitore: tutti saranno morti. E non solo l’uomo: uccelli, animali, piante, tutto ciò che è vivente sulla terra sarà morto. Eppure entrambe le grandi potenze – America e Unione Sovietica continuano a immagazzinare sempre più armi nucleari.
L’Unione Sovietica si è dimostrata più sensibile; riconoscendo il fatto che ora abbiamo così tante armi nucleari per cui ogni uomo potrebbe essere ucciso sette volte, benché non ci sia bisogno di uccidere un uomo sette volte, una è sempre sufficiente; l’Unione Sovietica ha dimostrato molta più intelligenza di Ronald Reagan. Prima hanno cercato ostinatamente di negoziare per fermare questa produzione di armi nucleari, ormai è inutile sprecarci soldi, ma Reagan non è d’accordo. Così, con decisione unilaterale, l’Unione Sovietica per molti mesi non ha più prodotto armi nucleari; ma l’America continua ad accumularle…
Il pericolo è così grande che se l’uomo sopravviverà a questo secolo, sarà un grande miracolo. Dunque, non resta molto tempo, per la prima volta il futuro è molto breve. Era sempre stato eterno, ora ci sono al massimo vent’anni. Quindi, nel corso della vita di ognuno di voi, il momento decisivo sta per arrivare: o l’uomo si suicida oppure, vedendo che questa è un’assurdità totale, l’uomo cambia la sua consapevolezza. Accade spesso che sotto pressione la gente cambi e non ci sarà mai più una pressione più grande di quella attuale.
È più che probabile che l’uomo passi attraverso una trasformazione. In quel senso il mio messaggio arriva proprio al momento giusto: le nazioni dovrebbero scomparire, perché sono le nazioni che combattono; le religioni dovrebbero scomparire, perché sono le religioni che lottano. L’idea delle razze, di superiorità o inferiorità – dovrebbe scomparire, perché è stata una delle cause di guerra. È tempo di distruggere la terra intera oppure di distruggere tutti questi concetti arbitrari di nazione, razza, religione, e fare della terra una sola umanità. Ma non concordo con te su un punto.
Tu dici: “Non hai forse scelto di venire proprio ora, prima di questi tempi caotici che il mondo sta affrontando?” Io non ho scelto nulla. Forse l’esistenza ha scelto me come veicolo per portarvi il messaggio, ma io non ho scelto. Io sono scomparso tanto tempo fa… e l’esistenza può parlare attraverso di te solo quando tu non ci sei. È uno sperare contro la speranza, ma io spero ancora che il pericolo di una morte globale sarà lo shock che risveglia l’umanità. Se l’uomo sopravvive a questo secolo, sarà un uomo nuovo e una nuova umanità.
Una cosa è certa: o l’uomo deve morire o l’uomo deve cambiare. Non posso pensare che l’uomo scelga di morire; l’anelito alla vita è così grande… il solo pensare che la terra diventi morta, senza alberi, senza umanità, senza uccelli, senza animali, senza animali marini… È una crisi grandissima, perché nell’universo intero è soltanto una ipotesi degli scienziati che ci possa essere vita su cinquantamila pianeti, ma non c’è alcuna evidenza assoluta. È solo una conclusione matematica e logica, ma non c’è alcuna prova scientifica.
Per quanto ne sappiamo, solo questa terra è verde, solo questa terra ha fiori, solo questa terra ha amore; solo questa terra ha prodotto gente come Gautama il Buddha; solo questa terra ha uccelli che cantano, gente che danza, persone che amano. Questo è l’unico posto in tutto l’universo dove la gente cerca e desidera la verità. Distruggerla senza alcuna ragione particolare è una tale e assoluta stupidità che io non penso che la terza guerra mondiale accadrà. E se la terza guerra mondiale non accade, questo significherà un grande cambiamento, un cambiamento epocale nella consapevolezza umana.
Vedremo un uomo nuovo, che non è cristiano, né hindu, che non è un ebreo, che non è un cinese, che non è un americano. Se tutti questi alberi possono esistere senza essere cristiani e senza essere hindu; se tutti questi uccelli possono esistere senza nessun confine di nazioni… e quando un uccello passa il confine dell’India ed entra in Pakistan, non ha bisogno di alcun visto d’ingresso, non ha bisogno neppure di un passaporto… Eccetto per l’umanità, la terra è un unico luogo. Ed è solo questione di innalzare la consapevolezza umana… Le nazioni possono scomparire, le religioni possono scomparire, le discriminazioni possono scomparire; e con tutto ciò, molto pattume sparirà.
I politici non saranno di alcuna utilità; i preti non saranno di alcuna utilità; le chiese, i templi e le moschee non saranno di alcuna utilità. Ci sono milioni di persone che non hanno casa, e Dio, che è solo una menzogna, ha milioni di case per sé. Abbiamo vissuto in modo insano, e ora la scelta è tra follia e buonsenso. Se vince la follia, non ci sarà più alcuna vita. Se vince il buonsenso, la vita per la prima volta diventerà libera da tutte le superstizioni, da tutti i confini, da tutte le divisioni: un’umanità, una terra; libertà di espressione, libertà di movimento, libertà di scegliere dove vuoi vivere. Questa è la nostra terra.
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