Vi ripropongo una storiella umoristica – che trovai in rete diversi anni fa – a cui ho aggiunto, semplicemente, una foto.
«Un ragazzo decide, raggiunta la maggiore età di andare in Tibet, divenire monaco Buddista e intraprendere lo studio della meditazione.
Arrivato nel Monastero, i monaci lo accolgono con calore, e lo iniziano alle Antiche conoscenze, portandolo attraverso i vari livelli di conoscenza.
Finito l’insegnamento, i monaci lo acclamano e lo nominano Monaco.
Dopo i festaggiamenti uno dei monaci prende il ragazzo e dice Lui: “Ora inizierà la fase dura del tuo voto, e del tuo lavoro”.
Continuando dice: “Da oggi per tre anni, tu ricopierai a mano i testi antichi della conoscenza”.
Il ragazzo, neo-monaco risponde: “Sarò lieto di iniziare da ora il mio compito”.
Allora il monaco va a prendere tutto l’occorrente, e il giovane inizia il lavoro.
Iniziando le copie, si accorge però che i testi che sta copiando, sono a loro volta delle copie, e non degli originali, allora chiama il Supremo Monaco, e dice : “Padre, e fratello, io ho iniziato il mio lavoro, ma mi è sorto un dubbio”.
“Dimmi”, disse il Monaco.
“Io copio da delle copie!”, “E se ci fossero degli errori di trascrizione?”.
“No, fratello, non è possibile, ma se può farti sentire più tranquillo, andrò a controllare”.
“Grazie Padre, non vorrei tramandare false verità”.
Allora il Grande Monaco, va nei sotterranei e inizia a leggere gli originali.
Dopo tre giorni però, non lo si vede ancora uscire dalle Sale della verità, e i monaci preoccupati decidono di andare a controllare.
Giunti nelle Sale, vedo il Supremo Padre che dà testate contro il muro e corrono a fermarlo.
“Padre, ma cosa è successo?”
“VOTO DI CARITA’, c’è scritto VOTO DI CARITA’ e non VOTO DI CASTITA'”!!!»
(Non ne conosco l’origine)