Alcuni degli insegnamenti più celebri del Taoismo contenuti nello Zhuangzi si trovano in questo capitolo. All’origine dei mali dell’uomo risiederebbe il fatto che ciascuno scelga una posizione e rifiuti di vedere il contrario, essendo invece la realtà solo un’alternanza di contrari. Superare ogni personalismo ed utilizzare l’empatia per mettersi nei panni degli altri sarebbe dunque la sola salvezza dell’uomo illuminato.
«Come ha potuto il Tao oscurarsi al punto che vi debba essere distinzione tra il vero e il falso? Come ha potuto la parola offuscarsi al punto che vi debba essere distinzione tra l’affermazione e la negazione? Dove, dunque, il Tao non è? E quando, dunque, la parola non è plausibile? Il Tao è offuscato dalla parzialità. La parola è offuscata dall’eloquenza. (…) Si sostiene la teoria della vita, ma in realtà la vita è anche la morte e la morte è anche la vita. Il possibile è anche impossibile, e l’impossibile è anche possibile. (…) C’è davvero una distinzione tra l’altro e se stesso, o non c’è affatto? Che l’altro e se stesso cessino di opporsi, questo è il perno del Tao.»
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– Zhuangzi, Chuang-tzu – wikipedia
– https://it.wikipedia.org/wiki/Taoismo
Commento: “Qui si ribadisce – attraverso un discorso o dibattito un po’ artificioso – l’unità essenziale di tutti gli esseri più palesemente senzienti nonché degli oggetti relativamente inanimati. Unità che dipende, sostanzialmente, dall’unica Coscienza che seppur a diversi livelli di consapevolezza rende comunque possibile la percezione di entrambi, ossia il possibile e l’impossibile, il vero e il falso. Qualunque tipo di contrapposizione concettuale è, innanzitutto, soprattutto funzionale e andrebbe quanto prima compresa e poi superata.”