In sanscrito le parole hanno più di un significato. Per esempio, la parola go significa sia mucca che gli organi di senso; gopal significa così non solo pastore, ma anche yogi che tiene gli organi di senso completamente sotto controllo.
Similmente, una comune parola sanscrita per l’elefante è gaja. Gajanan significa «faccia di elefante» ed è un epiteto di Ganesh. Ma la parola gaja ha una connotazione più profonda. Ga indica la gati, l’obiettivo finale verso cui l’intera creazione sta muovendosi, sia deliberatamente che incosciamente. Ja corrisponde al janman, ossia alla nascita o all’origine. Quindi gaja indica il dio dal quale i mondi promanano e verso il quale ritornano per dissolversi in lui. La testa dell’elefante è così puramente simbolica. Nel dio Ganesh la testa d’elefante corrisponde al macrocosmo (perché rappresenta la grandezza o la vastità) e il corpo umano al microcosmo: l’unità delle due forme in una.
(Swami Chetanananda)
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