“Non vi viene detto dove dirigervi, ma piuttosto come lasciare che la percezione si esprima totalmente. […]
Voler mettere l’accento sulle tensioni fa parte di quello che in India si chiama “la via progressiva”, vale a dire la purificazione. […] In una via diretta si può momentaneamente mettere l’accento su certi nodi, su certi antagonismi. Mettere l’accento vuol dire rendere chiari questi nodi dal punto di vista del nostro ascolto, della tranquillità. Voler sistematicamente purificare il proprio corpo e il proprio mentale è unicamente una violenza. È proiezione. Si vive nel futuro. […]
Non c’è nulla da attendere. Ciò che si è, è sempre stato presente. Non c’è nulla da trovare. […] Voler sistematicamente lottare contro una tensione rinvia la questione. È un circolo vizioso. Passate tutta la vita a cercare di distendervi. […]
L’autonomia è rendersi conto che il corpo e la mente sono completamente condizionati. La manifestazione è condizionata. Non c’è libertà corporea e non c’è libertà mentale. Sono delle fantasie. Quando sentite questa evidenza profonda, che il vostro corpo e la vostra mente saranno sempre sottomessi ai condizionamenti, presentite l’autonomia. È il risultato dell’aver capito, dell’aver sentito la non-autonomia. […]
La percezione è senz’altro ciò che vi è di più prossimo al silenzio. Divenite coscienti delle sonorità, dei colori, dei gusti. […] Si scopre che la vita non può essere pensata, che è sensoriale.
Dunque, vi aprite al mondo sensibile. Quando entrate in uno spazio, lo toccate. Quando guardate un albero, lo toccate. […]
Le persone, per la maggior parte, non sentono il proprio corpo. Eventualmente, sentiranno la solidità di una poltrona. Sentono la propria testa quando duole. Quando mancano un chiodo, sentono il colpo del martello sul dito. È molto raro incontrare qualcuno che sente il proprio corpo. […]
Poi vi renderete conto che il corpo è una totalità. Quando lasciate che una sensazione si esprima completamente, quella particolare sensazione vi riporta alla globalità del corpo. Scoprite che quando provate un desiderio abbandonate la sensazione globale del corpo. Quando la corporalità è completamente sensibile, non c’è desiderio“.
(Da: I coccodrilli non pensano! Riflessi del tantrismo kashmiro – Eric Baret)
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– Fonte