Un uomo può credere in tutte le chiese del mondo, può avere in testa tutti i libri rivelati che sono stati scritti, può bagnarsi in tutti i fiumi sacri di questa terra, però, se non ha alcuna percezione di Dio io lo classifico al pari dell’ateo più convinto.
E un uomo può non avere mai messo piede in una chiesa o in una moschea, può non avere mai assistito ad alcuna cerimonia sacra, ma se percepisce Dio dentro di sé e si distacca dalle inessenzialità del mondo, quell’uomo è un santo, o qualsiasi altro termine vogliate usare.
Quando un uomo salta fuori e dice che è lui ad avere ragione, oppure la sua chiesa, e tutti gli altri sono nel torto allora è lui stesso nel torto pieno. Non sa che è da lui stesso che dipende la prova che esige da tutti gli altri. L’amore e la benevolenza per l’intera razza umana, questa è la prova della vera religione. Con questo non intendo l’affermazione sentimentale che tutti gli uomini sono fratelli, ma piuttosto che ognuno deve percepire l’unicità della vita umana.
Fino a che non diventano qualcosa di esclusivo, mi identifico in tutti i credi e tutte le sette; sono tutti grandi. Tutti stanno aiutando l’uomo verso la vera religione. Voglio aggiungere che è una cosa buona essere nati in una chiesa, ma è male morirci. E’ buona cosa essere nati bambini, ma non è buono rimanere tali per tutta la vita. Chiese, riti e simboli vanno bene per i bambini, ma quando un bambino è cresciuto deve andare oltre la chiesa oppure andare oltre se stesso.
Non dobbiamo rimanere bambini per sempre. Sarebbe come cercare di infilare un cappotto a individui di taglia diversa. Non voglio deprecare l’esistenza delle sette nel mondo. Volesse il Cielo che ce ne fossero venti milioni in più perché più ce ne sono più grande sarà il campo di selezione. La mia obiezione è quando si cerca di fare andare bene una religione a tutti.
Sebbene tutte le religioni siano essenzialmente le stesse, devono avere una varietà di forme prodotte dalle dissimili circostanze delle diverse nazioni. Ognuno di noi deve avere la sua religione individuale, e intendo dire individuale per quando riguarda l’aspetto esteriore.
Molti anni fa feci visita ad un grande saggio del nostro paese, un grande santo. Parlammo del nostri testi rivelati, i Veda, della vostra Bibbia, del Corano e dei libri sacri in genere. Alla fine della nostra conversazione, questo bravo uomo mi chiese di andare al tavolo e di prendere un libro; era un libro che, tra altre cose, conteneva la previsione di un periodo di pioggia nell’anno a venire. Il saggio disse: “Leggilo.” E io lessi la quantità di pioggia prevista per quell’anno. Poi disse: “Ora prendi il libro e strizzalo.” Lo feci ed egli disse: “Ecco, ragazzo mio, non uscirà neanche una goccia di pioggia da qui. Fino a che non c’è acqua, si tratta solo di un libro, un libro. Allo stesso modo, fino a che la tua religione non ti fa realizzare Dio non è di alcuna utilità. Colui che non fa altro che studiare libri religiosi mi ricorda la favola dell’asino che trasporta un pesante carico di zucchero, ma non ne conosce certo la dolcezza.”
L’uomo ai cui piedi sedetti per tutta la mia vita – e sono solo poche delle sue idee quelle che cerco di insegnare – non fu mai capace di scrivere il suo nome. In tutta la vita non ho mai conosciuto un altro come lui, e ho viaggiato in lungo e in largo. Quando penso a quell’uomo mi sento stupido perché voglio leggere libri e lui non lo fece mai. Non voleva leccare i piatti dopo che altri vi avevano mangiato. Ecco perché egli fu il suo proprio libro.
Per tutta la vita mi trovo a ripetere quello che dicono Tizio e Caio e non dico mai niente di mio. Che valore c’è nel sapere quello che Tizio disse venticinque anni fa e Caio cinque anni fa? Dimmi quello che tu hai da dire. Sappiate che non c’è valore nell’istruzione. Vi sbagliate tutti sull’istruzione. L’unico valore della conoscenza è il rafforzamento e la disciplina della mente. Con questo continuo ingoiare è un miracolo che non veniamo a soffrire tutti di dispepsia.
Fermiamoci e bruciamo i libri, prendiamo il controllo di noi stessi, e pensiamo. Tutti voi parlate e vi distraete sul fatto di perdere la vostra “individualità”. La state perdendo in ogni momento della vita con questo eterno ingoiare. Se c’è qualcuno che crede in quello che insegno, per me sarà un dispiacere. Sarò felice solo se se riesco a risvegliare in voi la capacità di pensare da soli … La mia ambizione è di parlare a uomini e donne e non a delle pecore.
E quando dico uomini e donne intendo individui. Non siate come dei bambini che raccattano stracci polverosi dalla strada per farne una bambola!
“Questo è un luogo di sapere! Quell’uomo insegna all’università! Sa tutto quello che il sig. Tal dei Tali ha detto!” Ma il sig. Tal dei Tali non ha detto un bel niente! Se potessi … direi al professore: “Fuori di qui! Non sei nessuno!”
Ricordatevi di questo individualismo a tutti i costi. Pensate in maniera errata magari, non importa se arrivate alla verità oppure no. Il punto importante è disciplinare la mente. Quella verità che ingoiate dagli altri non sarà la vostra. Voi non potete insegnare la verità dalla mia bocca; e non potete nemmeno imparare la verità dalla mia bocca. Nessuno può insegnare niente agli altri.
Dovete realizzare la verità e trovarla da soli a seconda della vostra natura. … Tutti devono cercare di diventare individui – forti, in grado di badare a se stessi, di pensare i propri pensieri e di realizzare il proprio Sé. Non è di alcuna utilità ingoiare le dottrine che gli altri trasmettono – stando in piedi insieme come soldati in una prigione, seduti insieme, tutti mangiando lo stesso cibo, tutti assentendo col capo contemporaneamente. La diversificazione è un segno di vita. Ciò che rimane identico a se stesso richiama la morte.
Mi trovavo in una città indiana quando un vecchio si avvicinò a me. Disse: “Swami, insegnami la via”. Io vidi che quell’uomo era morto come il tavolo di fronte a me. Mentalmente e spiritualmente egli era veramente morto. Dissi: “Farai quello che ti chiedo di fare? Sai rubare? Sai bere vino? Sai mangiare carne?”
L’uomo [esclamò]: “Ma cosa insegni!”
Gli dissi: “Questo muro ha mai rubato? Hai mai bevuto vino?”
“No, signore.”
L’uomo ruba, beve vino e diventa Dio. “So che non sei un muro, amico mio. Fa’ qualcosa! Fa’ qualcosa!” Vidi che se quell’uomo avesse rubato allora la sua anima sarebbe stata sulla via della salvezza.
Come faccio a sapere che siete degli individui – dite tutti le stesse cose, vi alzate in piedi e vi mettete seduti tutti insieme! Questa è la strada che porta alla morte! Fate qualcosa per le vostre anime! Sbagliate se vi va, ma fate qualcosa! Mi capirete strada facendo se non mi capite adesso. L’anima è diventata vecchia, per così dire. Si è arrugginita. La ruggine deve essere tolta e allora possiamo continuare. Ora potete capire perché esiste il male nel mondo. Andate a casa e pensateci, provate a disfarvi di quella ruggine!
(Da: “The complete Works of Swami Vivekananda”)
– Swami Vivekananda (amazon)
– Swami Vivekananda (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Vivekananda
– Fonte
– http://www.vidya.org
– http://www.vedanta.it
– http://www.pitagorici.it
– http://www.ramakrishna-math.org
– http://www.ramana-maharshi.it