Uno dei presupposti dettati dall’inconsapevolezza è che, identificandosi con un oggetto attraverso l’inganno della proprietà, l’apparente solidità e permanenza di quell’oggetto materiale fornirà anche il vostro senso di sé di una maggiore solidità e permanenza. Ciò si riferisce in particolar modo alle case e ancora di più alla terra, proprio perché credete che sia l’unica cosa che non possa essere distrutta. L’assurdità di possedere qualcosa diventa ancora più evidente nel caso della terra. Nei giorni della colonizzazione dei bianchi, i nativi del Nord America trovavano la proprietà della terra un concetto incomprensibile. Fu così che l’hanno persa quando gli europei fecero firmare loro pezzi di carta che erano altrettanto incomprensibili. Essi sentivano di appartenere alla terra, ma che la terra non apparteneva a loro.
L’ego tende a equiparare l’avere con l’Essere: io ho, dunque sono. E più ho, più sono. L’ego vive attraverso il paragone. Il modo in cui vi vedono gli altri diventa il modo in cui vedete voi stessi. Se ognuno vivesse in un palazzo e fosse ricco, il vostro palazzo o la vostra ricchezza non vi servirebbero ad accrescere il vostro senso del sé. In quel caso vi potreste trasferire in una semplice capanna, dare via la vostra ricchezza e riconquistare un’identità considerandovi e venendo considerati più spirituali degli altri. Come siete visti dagli altri diventa lo specchio che vi dice come siete e chi siete. La percezione che l’ego ha della propria importanza è, nella maggioranza dei casi, legata all’importanza che avete agli occhi degli altri. Avete bisogno degli altri per avere un senso del sé e se vivete in una cultura che lo fa equivalere in gran misura con quanto e cosa possedete, se non riuscite a leggere attraverso questa illusione collettiva, sarete condannati a rincorrere il possesso delle cose per il resto della vostra vita nella vana speranza di trovare in esse il valore e la pienezza del vostro senso del sé.
Come liberarsi dall’attaccamento alle cose? Non provateci nemmeno. È impossibile. L’attaccamento alle cose cade da solo nel momento in cui non cercate più di trovare voi stessi in esse. Nel frattempo, siate solamente consapevoli del vostro attaccamento alle cose. A volte potrete anche non sapere di essere attaccati a una cosa, vale a dire identificati con questa, fino al momento in cui la perdete, o temete di perderla. Se allora vi turbate, diventate ansiosi e via dicendo, vuol dire che siete attaccati. Se siete consapevoli di essere identificati con una cosa, l’identificazione non è più totale. “Io sono la consapevolezza che è consapevole che vi è attaccamento.” Questo è l’inizio della trasformazione della coscienza.
(Da: Un nuovo mondo – Eckhart Tolle)
– (Eckhart Tolle – Amazon)
– Eckhart Tolle su Macrolibrarsi.it
– http://it.wikipedia.org/wiki/Eckhart_Tolle
– Fonte