Per me, la cosa più importante oggi è il mito unificatore e il simbolo universale. Una volta era Dio. Penso che oggi sia passato. Il simbolo è la pace. Se dico Dio, si creano due fazioni. Se dico pace, sento una specie di “Si, va bene, pace con la terra, pace con gli altri, pace fra uomo e donna”. La pace è l’arte di non eliminare l’altro.
La vittoria non porta mai alla pace, mai. Ho esaminato, con i miei studenti, più di 8.000 trattati di pace che esistono nel mondo, e ritengo di poter affermare come dato empirico che la vittoria non porta mai alla pace. L’idea che ci possa essere una guerra che fa terminare la guerra non regge. La pace può essere il mito unificante per l’umanità di oggi. E questa pace implica, non la vittoria sugli altri , per noi democratici, la sinistra, la destra, i cristiani, i credenti, i qualunque, gli scienziati. Nessuno la fa da solo. La pace implica la collaborazione con, usiamo la parola, il ‘nemico’.
L’unica cosa che porti la pace è la riconciliazione. In termini cristiani o religiosi si chiama perdono. Solo la riconciliazione spezza la catena del karma. Ma oltre alla tolleranza, questa pace vuole comprensione e la possibilità di considerare l’altro non come ‘altro’, ma come parte di me stesso.
– Raimon Panikkar –
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