È un difetto del linguaggio che le parole suggeriscano realtà permanenti e di conseguenza le persone non vedano oltre quest’inganno. In questo modo la gente parla di una meta finale e pensano che essa sia «reale», ma è solo una forma del linguaggio e la meta, in sé, è priva di sostanzialità.
Colui che realizza la vacuità degli oggetti e dei concetti non dipende più dalle parole. La perfetta saggezza è oltre ogni definizione e l’assenza di via è la via. Il saggio calca questa via per la realizzazione diretta dell’impermanenza e per la realizzazione diretta della comprensione. Questa è, allora, perfetta saggezza. Un tale viandante va per questa via sapendo che l’attaccamento e l’attrazione non sono benefici né dannosi, perché la perfetta saggezza non intende fargli né male né bene. Cionondimeno, anche se non v’è intenzione di beneficare o di ferire, conferisce una beatitudine infinita.
(Tony Parsons)
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