Quando ero bambino sapevo essere generoso;
ho dimenticato questa grazia da quando sono diventato civilizzato.
Vivevo in modo naturale mentre oggi la mia vita è artificiale.
Ogni bella pietra aveva un valore ai miei occhi;
ogni albero che cresceva era oggetto del mio rispetto.
Ora m’inchino con l’uomo bianco davanti ad un paesaggio dipinto
il cui valore è misurato in dollari”.
Questa bramosia per il denaro, per il potere e la conquista, non sfuggì alla nostra condanna morale, né potemmo fare a meno di notare il contrasto con lo spirito dell’umile Gesù.
Ricordo le parole di un anziano guerriero pieno di cicatrici di numerose battaglie.
Il vecchio guerriero si alzò e disse:
“Noi abbiamo già seguito questa legge di cui parlano per epoche inenarrabili. Non possedevamo nulla, perché ogni cosa viene dal Creatore.
Il cibo era disponibile liberamente, la terra gratuita, come il calore del sole e la pioggia. Chi ha cambiato tutto questo? L’uomo bianco. E tuttavia afferma di credere in Dio!
Non sembra di aver ereditato nessuno dei tratti di suo Padre, né segue l’esempio di suo fratello Cristo”.
Un altro degli anziani, a cui fu richiesta un’opinione, mantenne un lungo silenzio.
Alla fine disse:
“Sono giunto alla conclusione che questo Gesù era un indiano. Si oppose all’acquisizione materiale e ai grandi possessi. Era incline alla pace, era poco pratico come qualunque indiano e non metteva un prezzo per il suo lavoro d’amore.
Questi non sono i principi su cui l’uomo bianco ha basato la sua civiltà”.
(Ohiysa 1858-1939 – indiano del Dakota, laureato in medicina a Boston. Tra i suoi libri tradotti in italiano: L’anima dell’indiano, Ragazzo indiano. E’ vissuto per la difesa dei diritti della sua gente)
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