Il genere umano ha mai agito secondo il Bene?
Si è già citata l’antica allegoria della Genesi, dove si dice che “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole”. Questa allegoria si riferisce ad un’epoca in cui gli uomini agivano secondo il Bene, perché solo il Bene può dare un linguaggio comune o creare l’armonia.
Ci fu un tempo in cui gli uomini agivano non in base a teorie sulla giustizia e sull’ingiustizia, a differenti idee della Verità, a differenti dottrine, ad aspetti differenti della conoscenza. Agivano con la consapevolezza interiore di ciò che era il Bene. Il Bene li univa tutti, poiché il Bene è l’unica forza in grado di unire.
Ogni armonia proviene dal Bene. Poiché il Bene era al primo posto, tutto il resto non aveva importanza. Un uomo poteva avere questa o quell’idea, come più gli piaceva, ma ponendo Dio al primo posto era in accordo con tutti gli altri che ponevano il Bene al primo posto.
Il fatto che il Genere Umano una volta parlasse un unico linguaggio evidenzia che esisteva uno stadio dell’Uomo in cui il Bene era posto al primo posto e quindi tutti parlavano un unico linguaggio.
Seguì uno stadio di degenerazione, cioè la costruzione della Torre di Babele per raggiungere il Cielo: “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura del paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: “Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo” (Gn. XI, 1-4).
Segue quindi una descrizione allegorica di come cominciarono a non capirsi più e ciò è simboleggiato dal fatto che essi parlavano linguaggi differenti e dalla loro diaspora.
Il primo verso: “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole” significa che un tempo il Genere Umano aveva raggiunto sulla terra un certo stato di unità.
Il secondo verso: “Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono” significa che essi cominciarono a separarsi, cioè “Emigrarono dall’oriente”.
Essi si allontanarono dalla fonte dell’unità e così allo stesso tempo diminuirono il livello del loro essere, cioè “capitarono in una pianura e vi si stabilirono”. Quindi cominciarono a crearsi opinioni autonome, non essendo più in contatto con la sorgente originale, cioè “Venite, facciamoci mattoni… e si servirono di mattoni invece che di pietre, e di fango in luogo di calce”.
La pietra, come abbiamo visto, simboleggia la Verità. Non possedevano più la Verità: “E si servirono di mattoni invece che di pietre”, cioè di qualcosa costruito dall’Uomo invece che della Parola di Dio. Si servirono di mattoni invece che di pietre. Avendo perso la pietra – cioè le verità originariamente insegnate – cuociono mattoni per sé e costruiscono per sé. Essi usarono fango al posto di calce, cioè qualcosa di cattivo invece di qualcosa di buono.
Costruiscono una torre che si erge fino al cielo, cioè vogliono mettersi al livello di Dio. Tutto ciò che si fonda sull’egoismo vuole ampliarsi, perché l’egoismo cerca unicamente il possesso e il potere su tutto. Desidera esaltare se stesso, ecco il perché della torre nella parabola. Tutto questo e quello che segue, significa che l’Uomo cominciò a pensare che lui stesso fosse la fonte del Bene, non Dio.
Commise quell’atto spirituale, chiamato furto, di cui è scritto nell’ottavo comandamento: “Non ruberai”. Egli attribuì a se stesso ciò che non era suo e di cui non era l’autore.
E questo furto psicologico è continuato fino ad oggi, raggiungendo un notevole sviluppo, tanto che ci si reputa tacitamente creatori di ogni cosa, anche della vita.
Il risultato di questo furto originale fu che il Genere Umano non parlò più la stessa lingua. Avvenne la “confusione delle lingue”. Non ci fu più un linguaggio comune, cioè, l’uomo non comprese più il suo prossimo, anche perché non esisteva più quella base comune di comprensione che solo una percezione universale del Bene può dare. Babele si sostituì all’unità.
Questa è la situazione attuale nel mondo: l’Uomo attribuisce tutto a se stesso e non concepisce nessun’altra visione dell’Universo o del senso dell’esistenza del Genere Umano sulla terra.
Tutto è suo: la mente, il pensiero, la coscienza, il sentimento, la volontà, la vita, ecc. anche se è e resta incapace di spiegare anche solo una cosa.
L’unica spiegazione che egli dà dell’Universo è che esso nacque per caso e che quindi non ha alcun senso.
Maurice Nicoll (1884-1953), medico e specialista in psicologia medica, fu allievo di C. G. Jung, G. I. Gurdjieff e P. D. Ouspensky.
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