Namaste è una parola sanscrita (poi adottata anche nella lingua hindi) che significa “inchino a te” o “omaggio a te” in quanto namas significa “inchino”, ma il suo significato va ben oltre.
Questo semplice gesto, umile e bello, è anche “geniale” per la molteplicità dei significati, fisici, emotivi, psicologici e spirituali che ad esso si possono associare.
Come già detto, la gestualità è semplice, consta nell’unire i palmi delle due mani all’altezza del cuore, accompagnato da un inchino del capo.
Namaste riconosce la fondamentale unità dell’uno con l’altro.
La filosofia indù asserisce l’esistenza di due forze fondamentali nell’universo: energia (Shakti) e coscienza (Shiva), la cui esistenza ed esplicazione di potenza hanno dato luogo a differenti teorie. Alcuni considerano le due forze complementari l’una all’altra, altri come diverse espressioni di un’unica unità ovvero apparenti manifestazioni di un’unica realtà, altri ancora come emanazione l’una dell’altra e così via.
Qualunque sia la visione filosofica sottostante, ognuna tende a riportare, ricondurre, risvegliare lo stato di originaria unità che è in noi.
Namaste, nella sua semplicità, è un grandioso atto di consapevolezza dell’unione. Ci fa comprendere che i due, in realtà, sono inseparabili, ci svela il segreto dell’unità, ci permette nella consapevolezza che esprime, di mantenere l’equilibrio della vita in cui salute, armonia, pace e felicità sono presenti. Namaste esprime essenzialmente l’armonia universale in relazione alle nostre attitudini e comportamenti quotidiani.
È un gesto di umiltà: “io riconosco Dio in te”.
Se ogni relazione umana iniziasse con questo sentimento, come potrebbe esserci spazio per malvagità, ipocrisia e “furbizie” nei rapporti tra esseri umani?
(Da INDUISMO anno 1 – n. 1)
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– Namasté (it.wikipedia)