Padre Freeman ci dà la ricetta essenziale della meditazione cristiana: silenzio, quiete, semplicità, regolarità e disciplina del mantra e che forse sorprenderà i lettori, perlopiù convinti che quest’ultima non appartenga al cristianesimo. Ci spiega come questa meditazione sia effettivamente preghiera, in cui non si richiede nulla ma si riceve tutto, in cui la meta massima di un cristiano, la comunione con Dio nello Spirito del Cristo, diventa realtà.
Questa meditazione ha dunque un immenso potere trasformativo e misuriamo il nostro avanzamento su questa via, che è la Via, da come la trasformazione investe il modo in cui vediamo le cose, le nostre relazioni, il nostro ruolo nel mondo, le nostre responsabilità, le nostre paure (prima fra tutte quella della morte). Ha anche il potere di reggere alle pressioni di una civiltà che ci vorrebbe tutti conformi a standard meramente materialistici, e che spesso appiattisce persino le pratiche meditative riducendole alla semplice funzione di rilassamento.
Padre Laurence Freeman è un monaco benedettino e sacerdote della Congregazione di Monte Oliveto. A Montreal ha studiato teologia presso l’Université de Montréal e presso la McGill University ha fatto la scelta monastica nel 1979; è stato ordinato sacerdote nel 1980. Nel 1991 è tornato in Inghilterra per stabilire il Centro Internazionale della Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana, che è ora presente in circa un centinaio di paesi.