Non v’è alcun dubbio, lo zen, così come la meditazione – perché il termine indica all’incirca il medesimo concetto – rifugge da qualunque approccio intellettuale che non sia la comprensione intuitiva. Una percezione che si concretizza nell’immediatezza di una situazione in apparenza paradossale. Il dialogo tra un maestro zen ed un professore universitario.
Nan-in, un maestro giapponese dell’èra Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.
Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. «E’ ricolma. Non ce n’entra più!».
«Come questa tazza,» disse Nan-in «tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?».
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– http://it.wikipedia.org/wiki/101_storie_zen
– 101 Storie Zen – Nyogen Senzaki A cura di Nyogen Senzaki, Paul Reps
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