“Un santo aveva il dono del far avverare le proprie parole, cioè quello che diceva diventava vero. In qualunque città andasse, la gente del posto si recava da lui per avere il suo darsan e per ottenere le sue benedizioni.
Il santo, che era anche pieno di compassione, rimuoveva l’infelicità della gente benedicendoli. Poiché le sue parole diventavano sempre vere, le benedizioni portavano sempre frutto. Ecco perché era così popolare. Durante i suoi viaggi venne in una città dove, come al solito, molte persone si riunirono intorno a lui per ottenere le sue benedizioni.
Tra coloro che cercavano le benedizioni, c’era un ladro. Egli venne di sera per avere il darsan del santo e chiese la sua benedizione. Quando il santo lo benedisse, il ladro fu molto felice e si sentì certo che, per queste benedizioni, quando la notte sarebbe andato rubare, avrebbe avuto successo. Ma le cose andarono altrimenti. Ogni volta che cercava di entrare in una casa, qualcuno in quella casa si svegliava e il ladro era costretto a fuggire. Egli provò in tre o quattro posti, ma in nessuno di questi ebbe successo.
A causa del suo fallimento, il ladro si arrabbiò molto con il santo. Il mattino successivo tornò da lui e gli disse con rabbia, ‘Tu sei un impostore! Tu dai false benedizioni alla gente.’ Il santo con molta calma gli domandò la ragione della sua rabbia e l’uomo rispose narrando quello che era successo durante i suoi tentativi di furto la notte precedente. Avendo udito la sua storia, il santo osservò: ‘In questo caso, la benedizione ha portato frutto.’ – ‘Come?’ Domandò il ladro con sorpresa. – ‘Fratello, per prima cosa dimmi se essere un ladro è un lavoro buono o cattivo…’ – ‘E’ cattivo,’ ammise il ladro, ma quindi si difese dicendo, ‘ma allora cosa si deve dire riguardo allo stomaco che deve essere nutrito?’
Il santo continuò con la sua spiegazione: ‘Non avere successo in un lavoro sbagliato significa che le benedizioni hanno davvero portato frutto. Ci sono molti altri modi per riempire lo stomaco. Tu devi accettare uno di questi. Per giungere a questa conclusione, era necessario che tu non avessi successo nel tuo lavoro di ladro.’ Il ladro capì e informò il santo che in futuro avrebbe fatto qualche altro lavoro onesto. Si prostrò davanti al santo e se ne andò.”
(Da: “Io e Bhagavan – Le esperienze dei devoti”)
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– http://it.wikipedia.org/wiki/Ramana_Maharshi