Conoscete già la storia del discepolo che andò dal maestro per chiedergli che cosa fosse il Brahman? Il maestro rispose: “È ogni cosa”. “Anche l’elefante del Maharaja?” insistette il discepolo. “Si – rispose il maestro – tu sei il Brahman e lo è anche l’elefante del Maharaja”.
Al che il discepolo se ne andò molto sodddisfatto. Per strada si imbatté nell’elefante del Maharaja, ma non si scostò al suo passaggio perché, pensò, se lui e l’elefante erano entrambi il Brahman, l’elefante l’avrebbe riconosciuto. Non si mosse neppure quando il conducente dell’elefante gli gridò di spostarsi, e così l’elefante lo afferrò con la proboscide e lo scaraventò sul ciglio della strada.
Il giorno dopo, il discepolo, tutto ammaccato, tornò dal maestro e gli disse: “Mi avevate detto che io e l’elefante eravamo entrambi il Brahman e invece guardate come mi ha conciato.” Il maestro imperturbabile, domandò al discepolo che cosa gli avesse detto il conducente dell’elefante. “Di togliermi di mezzo” rispose il discepolo. “Avresti dovuto obbedirgli,” disse il maestro “perché anche il conducente dell’elefante è il Brahman”.
(Da: Antony De Mello – La preghiera della rana. Saggezza popolare dell’Oriente: 1)
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