Racconta una antica storia cinese di un vecchio pescatore che era coadiuvato da un figlio giovane e forte. Un giorno, durante la pesca, il figlio cadde su un tronco che affiorava dall’acqua, e si ruppe una gamba. Gli altri pescatori accorsero alla casa dell’infermo e si dispiacquero dell’accaduto. Il vecchio pescatore li ringraziò e poi disse: “Non so se è male”. Da lì a qualche giorno arrivarono le guardie delll’imperatore per reclutare alla guerra tutti i giovani del villaggio. Naturalmente il figlio del vecchio pescatore non fu preso e gli altri genitori andarono da lui per rinfacciargli quella insperata fortuna; e il saggio pescatore rispose: “Non so se è bene”.
Da questa storiella si deduce che il bene e il male sono due forze complementari, entrambe necessarie alla evoluzione; due correnti che si alternano e interagiscono secondo il punto di vista dell’osservatore. Nel male oscuro giace il seme del riscatto e nel sommo bene può essere latente l’essenza della discordia; fino a ché la dualità apparente non sia superata e la non-esistenza del male sia smascherata. “Il buio non può conquistare la luce, e la luce trasforma continuamente l’oscurità in chiarezza”. In altre parole: “Il Bene è “unità”, è “principio”; il Male ne è l’effetto speculare che riconduce al bene stesso. …
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