“Crepuscolo” è una novella fantascientifica di John Campbell.
Un uomo riesce a spingersi sette milioni di anni nel futuro. Lì trova uno spettacolo sorprendente: l’umanità, dopo aver toccato vertici splendidi di sviluppo tecnico e spirituale, è arrivata ad un declino irreversibile.
Tutt’intorno al protagonista vivono ancora i segni di una civiltà ormai morta: una musica la cui bellezza esprime il trionfo dello spirito umano; parchi meravigliosi in cui risplende una luce che sorge come dall’interno delle cose; macchine superintelligenti che suppliscono ad ogni bisogno e, riparandosi da se, durano indefinitamente; la vittoria sulla forza di gravità e mille altri prodigi.
Gli esseri umani di questa civiltà portano le tracce dell’enorme trasformazione biologica e culturale avvenuta durante i sette milioni di anni che li separano da noi: hanno una fronte immensa, vivono fino a tremila anni, parlano un linguaggio musicale, una specie di canzone misteriosa e struggente.
C’è però un fatto strano. I loro occhi sono spenti, il loro sguardo tradisce una sterilità totale.
Improvvisamente il protagonista comprende: questa umanità ha scoperto tutto ciò che c’era da scoprire e inventato ciò che c’era da inventare. Per questo è arrivata al tramonto.
Quando tutto diventa ovvio, quando si è sazi e tutto diventa banale, l’evoluzione della coscienza si ferma. Non ci sono più spinte, ogni ideale si è spento. Noia e disperazione.
Una passione che pungoli e tormenti la coscienza dell’uomo d’oggi, che non gli dia tregua, che gli impedisce di addormentarsi e di vivere … quale passione? (Francesco Piras s.j.)
– John W. Campbell (amazon)
– https://it.wikipedia.org/wiki/John_W._Campbell
– Fonte