« C’era una volta una rana che viveva nel mare e che si godeva la sua libertà nell’enorme massa d’acqua e nelle spiagge infinite. Quando usciva dall’acqua, prendeva il sole sulle spiagge assolate. Spesso, mentre questa rana di mare dormiva felicemente sulla spiaggia, sentiva il gracidare dei suoi fratelli e sorelle rane in un pozzo lì vicino.
Curiosa, un giorno sacrificò il suo riposo sulla spiaggia e procedette fino al ciglio del pozzo per dare un’occhiata ai suoi fratelli e sorelle rane. Non appena si fece vedere in cima al pozzo, tutte le rane all’unisono le resero omaggio, dandole il benvenuto nel linguaggio delle rane. Le dissero: “Ehi, derelitta senza casa, vieni qui dentro e goditi l’ospitalità della nostra casa spaziosa”. A quel punto la rana di mare sorrise un po’, mosse gentilmente la testa a sinistra e a destra in segno di negazione e declinò gentilmente l’invito, dicendo: “Un’altra volta, non adesso amici miei”. Tornando a casa, la rana del mare quasi scoppiò dal ridere quando immaginò di sentire nuovamente il leader delle rane del pozzo, di vedute ristrette ma di grandi parole, dire: “Vieni qui nella nostra enorme casa”. La rana del mare provava pena per l’ignoranza del leader delle rane del pozzo ed era quasi mortificata nel vedere quelle rane che vivevano come sardine in quel luogo. La rana del mare quindi pensò: “Forse c’è una possibilità per me di fare qualcosa di buono. Vediamo se posso aiutare quelle rane che vivono affollate in un pozzo, portandole a casa mia”. Pensando in questo modo, la rana del mare ripercorse i suoi passi verso il pozzo. Arrivata a destinazione, le rane all’unisono le diedero di nuovo il benvenuto. Nel saltare dentro il pozzo, la rana del mare, accidentalmente, atterrò sulla schiena di un’altra rana, invece di cadere nell’acqua. Questo perché il pozzo era così affollato da far sì che la schiena delle rane coprisse ogni centimetro quadrato della superficie visibile dell’acqua. Il leader delle rane che parlava tanto si mosse verso di lei saltando sulla schiena di alcune rane schiave e salutò la rana del mare. Dopo aver offerto al suo ospite alcuni squisiti vermetti, gli chiese: “Amico mio, da dove vieni?” La rana del mare replicò: “Da un posto molto grande chiamato mare”. “Qual è il tuo scopo nell’onorarci con una visita?” Fu la domanda successiva. La rana del mare replicò: “Per portarvi tutti a casa mia, dove non morirete per soffocamento, ma dove potrete vivere in libertà e in sicurezza”. A quel punto il leader delle rane del pozzo disse: “Per prima cosa dimmi la dimensione del tuo mare”. Saltando da una parte all’altra del pozzo, chiese ancora: “Il tuo mare è grande come questo pozzo?” A quel punto la rana del pozzo saltò ancora da un lato all’altro e quindi in mezzo. Spavaldamente, chiese ancora: “Il tuo mare è così grande?”. La rana del mare, sorridendo rumorosamente, disse: “No, no, no, amico mio. È molto più grande di così”. A quel punto la rana del pozzo si gonfiò fino alla massima estensione possibile in preda alla rabbia. Saltò da un lato del pozzo all’altro e replicò: ‘Può il tuo mare osare essere così grande?” La rana del mare, isterica dalle risate, riuscì a trattenersi un po’ e in modo sicuro replicò con un senso di superiorità estrema: “No, no, no amico mio, il mio mare è molto più grande di migliaia di miliardi di pozzi come il tuo”. A quel punto la rana del pozzo, sopraffatta dalla rabbia perché non poteva gonfiarsi ulteriormente, dichiarò con assoluta audacia. “Impostore, vanità incarnata, impossibile, nulla può essere più esteso del nostro grande pozzo”. Dopo molte ore di battaglia verbale nel linguaggio delle rane, la rana del mare persuase la rana del pozzo, le sue sorelle e i suoi fratelli a visitare l’oceano. Le rane del pozzo, dopo aver visto la grande massa d’acqua, si inginocchiarono ai piedi della rana del mare ed esclamarono: “Possente fratello rana, davvero la tua casa d’acqua è molto più grande di quanto noi potessimo addirittura concepire. Non lo avremmo mai realizzato, se fossimo rimasti nel nostro posto limitato. È solo paragonando la nostra piccola casa limitata nel pozzo con quella tua enorme nel mare che siamo stati fortunati abbastanza da comprendere la piccolezza di casa nostra”. La rana del mare strinse la mano a quella del pozzo e, da quel momento in poi, vissero tutti felici e contenti nell’oceano. »
Questa storia illustra come le persone mondane differenti tra loro vivono nel pozzo sovraffollato della felicità dei sensi, facendo grandi clamori e strillando per avere un po’ di spazio per la pace. Un uomo con una mente materialista non comprende le esperienze di un uomo spirituale che comunica con Dio, dimora nel mare della beatitudine e si muove in esso. L’uomo limitato alla terra e ai sensi può realizzare le limitazioni della sua scarsa felicità solo se lancia la sua coscienza nell’oceano della beatitudine che si può raggiungere solo attraverso la meditazione. Nello stesso modo noi scopriamo tante persone opinionate e provinciali che vivono così tanto all’interno dei piccoli muri dei loro confini limitati e delle scarse esperienze, da non essere in grado di immaginare le esperienze vaste di un intelligente viaggiatore del mondo, fino a quando anche loro lo diventano. Inoltre, le persone limitate alle cose piccole, alle caste e alle classi sociali non possono realizzare la grande felicità della comprensione o le menti cosmiche cosmopolite e liberali di chi considera il mondo intero come la sua casa e tutti gli abitanti della terra come fratelli di sangue divini. Le persone limitate dai pregiudizi possono solamente realizzare l’atmosfera delle loro menti che crea miseria e soffoca la saggezza quando vagabondano sui piani della comprensione, nei cieli liberi del pensiero liberale. Ancora, troviamo persone che hanno studiato poco incapaci di scandagliare la profondità delle persone che hanno studiato tanto. E’ anche palpabile trovare religiosi con comprensione teorica che non sono mai in grado di scandagliare la profondità di un essere superiore che, con il potere della sua intuizione, nuota nell’oceano della vera saggezza.
I piccoli limiti della comprensione teologica possono essere spazzati via solamente inondandoli con il potere devastante della saggezza diretta di Dio, contattato durante la profonda meditazione. I farisei di un tempo vivevano nel piccolo pozzo del loro bigottismo e della loro ipocrisia. Sperimentavano miseria per la maggior parte del tempo, mentre si immaginavano felici a causa di una falsa soddisfazione prodotta dall’avarizia e dal loro modo ipocrita di seguire il percorso virtuoso. Quei farisei, godendo della loro ipocrisia, non poterono mai immaginare la felicità pervadente di Gesù. Questo è il motivo per il quale furono strumentali nella sua crocifissione. Se solo quei farisei avessero messo da parte la loro malvagità, avessero seguito Gesù e sperimentato la verità come lui la sentiva, avrebbero potuto realizzare i loro difetti. Nello stesso modo una persona religiosa bigotta prova poca gioia nel seguire una religione teorica, ma non può immaginare la felicità infinita del sentire tutte le chiese come un’unica chiesa di Dio, tutte le religioni come un’unica verità e tutte le persone religiose come uno stesso figlio dell’unico Dio. La persona dogmatica, nella vita, vive nella prigione della limitazione e, quando supera il portale della tomba, può solamente aspettarsi di vivere in un’altra prigione di dogma laggiù. Un uomo saggio, invece, durante la sua vita vive nel cuore di tutte le chiese, nel cuore di tutti gli insegnamenti, nel cuore della verità che pervade ogni cosa e nel cuore di ogni uomo, perché è in sintonia con il cuore che pulsa in tutta la vita. Dopo la morte, l’uomo saggio trova ogni granello di spazio come un tempio dello spirito, ogni scintilla di saggezza come un tabernacolo della presenza di Dio e ogni cuore come il santuario dell’infinito. La persona dogmatica piange: “La mia idea è la migliore e nessuno può insegnarmi nulla”. L’uomo saggio canta: “Guarda, il mio amore pulsa allo stesso modo nel dogmatico e nel liberale, nell’amico e nel nemico, nell’ignorante e nel saggio, nel Cattolico, nell’Indù e nel Protestante”. L’uomo saggio canta ancora: “La mia anima si riposa sul seno dell’unica verità e così la mia comprensione è il fondamento di tutti gli insegnamenti”. L’uomo saggio pulsa con gioia e canta: “La mia saggezza scintilla in tutti gli occhi illuminati dalla conoscenza. La mia mente pensa in tutte le menti sobrie. La mia gioia è legata a tutti i cuori. La mia vita pulsa nelle vene piene. Il mio amore batte in tutti i petti e le mie risate increspano tutti i volti. Sono i raggi-x della saggezza. Sto dormendo nel cuore delle opinioni ristrette e sto osservando tutte le vere idee con gli occhi spalancati nel cuore di tutta la vita. Salta fuori dal pozzo della limitazione e tuffati nel seno dell’oceano della saggezza e della beatitudine infinite che sta continuamente ruggendo sulle rive del tuo silenzio interiore, cosparso di innumerevoli granelli di sabbia di pensieri muti.
[ Dai Praecepta originali di Paramahansa Yogananda ]
( Traduzione di Furio Sclano – Centro di Consapevolezza Spirituale )
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– Paramahansa Yogananda su Wikipedia
– Aforismi di Yogananda