Un uomo scoprì il fuoco. E non appena scoprì l’arte di accendere il fuoco, andò verso il Nord dove, sulle montagne, c’erano tribù che tremavano per il freddo. Egli cominciò ad insegnare loro l’arte, mostrando l’importanza di potersi riscaldare d’inverno, cucinare i loro cibi, costruire i loro edifici.
Ed essi imparavano con entusiasmo.
Quando ebbero imparato, l’uomo si recò in un altro luogo, senza dar loro il tempo di ringraziarlo: era, infatti, un grand’uomo. Ai grandi uomini non importa come vengono ricordati, o se si mostra loro gratitudine. Loro vogliono soltanto il vostro bene.
Quindi, insegnò anche ad altre tribù ad accendere il fuoco. La gente, anche lì, era entusiasta di lui ed egli divenne sempre più famoso.
Alcune persone in vista, temendo che la propria popolarità diminuisse, decisero di sbarazzarsi di lui e così lo avvelenarono. Dal momento che c’era il sospetto che loro avessero fatto questo gesto, essendo molto astuti, fecero un ritratto di quell’uomo, lo misero sull’altare principale del tempio e riuscirono a far venerare da tutti il “grande inventore del fuoco”. Vicino al ritratto posero anche gli strumenti per accendere il fuoco, così che fossero venerati anche questi. E addirittura inventarono dei rituali per fare la venerazione.
Il culto del fuoco andò avanti per decenni, per secoli… ma il fuoco non c’era più…
Vuoi sapere cosa è la preghiera? Fuoco. Dove c’è il fuoco, là c’è la preghiera. Qualunque cosa tu faccia per ottenere il fuoco, quella è preghiera. Pregare per settimane, mesi ed anni senza fuoco è uno sforzo di buona volontà, ma non è preghiera…
(Anthony de Mello)
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– https://it.wikipedia.org/wiki/Anthony_de_Mello
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