Un mercante si recò da un famoso asceta con una borsa di monete d’oro in mano, con l’intenzione di chiedergli un consiglio sul suo cuore che sentiva ottenebrato. Alla domanda del visitatore, l’asceta chiese: “che cos’hai nella borsa?”
Quegli rispose: “Mille monete d’oro. Devo fare molti acquisti nella città vicina”.
L’asceta gli chiese la borsa. L’aprì, ne estrasse una moneta, l’appoggiò sull’occhio dell’uomo e chiese: “Dimmi, cosa vedi?”
L’uomo obiettò: “Essendo costretto a trattenere la moneta con la forza delle mie palpebre, non riesco a distinguere bene le cose!”
Allora, l’asceta sentenziò: “con una sola moneta su un occhio non riesci a vedere le cose del mondo. E, con mille monete sullo spirito, come credi farà l’occhio del tuo cuore a non essere ottenebrato circa le cose della vita spirituale?”
– Fonte
Commento: Il racconto sembra in apparenza banale. ma quanti sono gli individui ottenebrati dai loro attaccamenti? La nostra consapevolezza è proporzionale alla capacità di osservare con attenzione, discernimento e, di conseguenza, con il giusto distacco. Coinvolti nella routine abbiamo perso la via indicata dalla stella interiore, l’occhio dell’intuizione, che accecato dall’effimero sfavillio epidermico, superficiale, non percepisce più la luce intrinseca presente tanto negli esseri quanto negli oggetti inanimati.