Un giorno, un uomo di affari, arrivò a Konya da una cittadina vicina e si presentò a Nasreddin per chiedergli il favore di leggergli una lettera che gli era arrivata dalla Persia. Il Hodja prese la lettera e, avendone visto che il contenuto era interamente in lingua persiana senza neanche una parola in turco, gli disse con calma: “cercati un altro traduttore, io non posso leggertela.”
Il viandante lo guardò sbalordito, “Che vuol dire ‘non posso leggerla’, non sai leggere il persiano? Saresti allora un Hodja analfabeta? Vergognati, non sei degno del turbante che hai in testa!” – Nasreddin si alzò di scatto, si tolse il turbante e lo mise sulla testa del viandante, dicendo: “Eccoti il turbante in testa, ora sei più che degno di leggere la tua lettera.”
– Nasreddin Hodja –
– Racconti dei saggi e faceti. Djeha e Nasreddin Hodja – Jean Muzi
– https://it.wikipedia.org/wiki/Nasreddin_Khoja
– Fonte
– Storie di Nasreddin – Giampaolo Fiorentini
Commento
Il rifiuto di tradurre una determinata lettera compilata in un altro linguaggio non è, in realtà, il punto cruciale del racconto. C’è ovviamente, un messaggio sotteso. Credo che il vero significato sia ben più sottile. Per quanto si possa essere saggi o edotti è impossibile interpretare correttamente i risvolti di un’altra cultura. Per quanto relativamente affine ci sarà sempre una discrepanza di fondo che renderà la reciproca accettazione pressoché impossibile. Sarà duro ammetterlo, specialmente ai giorni nostri in cui si straparla d’intercultura e mondialismo, ma inevitabile. Nasreddin Hodja docet.