Un esempio di come la meditazione possa essere spiegata meglio con una proposizione negativa. Un insegnamento che prende spunto da una circostanza fortuita per esemplificare l’atteggiamento spirituale migliore per cogliere ciò che, in effetti, non può essere nemmeno chiarito.
La buddhità in questa vita
Una volta il maestro Torei stava parlando dell’insegnamento buddhista a Saga, un paese sulle montagne di Kyoto. Si era in pieno inverno e faceva così freddo che tutti gli ascoltatori tremavano.
Torei tuonò: “Quelli di voi che si fanno spaventare dal freddo dovrebbero tornarsene alla vita mondana subito! Come potete imparare lo zen? Perché non lo cercate nei vostri cuori? I pesci vivono nell’acqua, ma non sanno che c’è l’acqua; gli uomini vivono nella sublime verità, ma non conoscono la verità”.
Tra gli ascoltatori si trovava un seguace del movimento “Studiare la mente”, un uomo che si chiamava Nakazawa Doni e che avrebbe diffuso il movimento nel Giappone orientale. Udendo queste parole del maestro Torei, ottenne all’improvviso l’illuminazione. Più tardi spiegò: “L’insegnamento consiste nel non concentrare la mente sulle cose esterne”. E aggiunse: “Ecco che cosa significa raggiungere la buddhità nel nostro stesso corpo”.
Parlare e ascoltare
Gettan era solito dire ai suoi discepoli: “Quando usate la bocca per parlare, non potete usare le orecchie per ascoltare. Quando usate le orecchie per ascoltare, non potete usare la bocca per parlare. Riflettete attentamente su questo punto”.
– Da: http://guide.supereva.it/filosofie_orientali
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