Il postino Ike viveva in una cittadina del Midwest. Lui e sua moglie Cathy avevano un solo figlio, David. Quando questi compì sette anni fu colpito da una misteriosa malattia. Il bambino diventava ogni giorno più debole. Ike aveva fatto centinaia di chilometri per farlo visitare da moltissimi medici, ma era stato tutto inutile. Cathy, guardando gli occhi del suo bambino, capiva che il tempo stava per scadere, sentiva che l’Angelo della Morte aleggiava nella sua stanza. Il piccolo David aveva disperatamente bisogno di un miracolo.
In quella cittadina viveva anche un vecchio saggio. Non era un medico, ma la gente andava da lui per guarire malattie che resistevano a ogni altra cura, si diceva che quell’uomo riuscisse a parlare con gli angeli e a compiere ogni genere di miracolo e meraviglia. L’ultima speranza per Ike era quella di rivolgersi al vecchio saggio.
Quando seppe della terribile situazione del piccolo David, il saggio provò una grande tristezza. Ike lo implorò di pregare e invocare benedizioni per il figlio. Il guaritore gli prese la mano e promise che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere.
Quella notte il vecchio mistico ascese nell’alto del mondo spirituale servendosi di preghiere segrete e di altre meditazioni note a pochi. Quando raggiunse i cancelli del cielo, ebbe l’amara sorpresa di trovarli chiusi: il destino di quel bambino era già stato deciso.
La notte passò in fretta e il sole sorse sopra quella ridente cittadina. Ike e il vecchio saggio si incontrarono alla mattina presto davanti all’ufficio postale. Affranto, il vecchio diede la notizia al postino.
“Mi spiace, ma non c’è nulla che io possa fare” disse il saggio. “Ormai è stato stabilito che i cancelli del cielo rimangano chiusi per il tuo unico figlio.”
Ike ne fu sconvolto. Mentre le lacrime gli rigavano il volto, implorò il vecchio di fare un altro tentativo. “Non ho nessun altro a cui rivolgermi” urlò. “David è il mio unico figlio, il mio bambino. E tu sei la mia sola speranza”
Non avendo cuore di dire di no a quest’uomo distrutto, il vecchio mistico rispose: “Non posso prometterti nulla, ma farò un altro tentativo”.
Ed ecco che gli venne un’idea bizzarra. Convocò il suo giovane assistente, Thomas, e gli fece una strana richiesta: “Per favore, va’ subito nella città più vicina e portami dieci criminali incalliti. Non meno di dieci”.
Thomas restò di stucco, ma aveva imparato a non fare domande all’uomo che sapeva parlare con gli angeli.
“Trovami borsaioli, scassinatori, ladri della peggior specie” aggiunse il vecchio. “E, ti prego, fa’ in fretta!”
Thomas andò in città e, con suo grande stupore, non gli ci volle molto tempo per radunare dieci ladri. Anzi, fu addirittura sbalordito dalla facilità con cui acconsentirono a seguirlo fino alla casa del suo maestro. Persino questi manigoldi avevano sentito parlare del misterioso guaritore che viveva nella città poco lontana e aveva poteri soprannaturali.
Thomas e quella banda di furfanti arrivarono alla casa del mistico. Il vecchio saggio li ringraziò per aver accolto il suo invito e li fece accomodare. Alcuni dei più pericolosi criminali dello Stato sedevano nel suo soggiorno, vantandosi delle rispettive malefatte. Il vecchio, a un certo punto, fece loro cenno di tacere: qualcosa in quell’uomo li spinse a ubbidire. Tutti loro, perciò, ascoltarono con attenzione quel misterioso vecchio che compiva miracoli, il guaritore che riusciva a curare le malattie più temibili, domandare a ciascuno di questi astuti ladri di assisterlo in quello che sarebbe stato il miracolo più difficile, più impossibile di tutti!
Il mattino seguente, ai primi chiarori dell’alba, con gli uccellini che cantavano e si era alzata una dolce brezza estiva, si vide Ike il postino danzare come un matto lungo Main Street, con l’aria di essere l’uomo più felice del mondo.
Un’auto si accostò a Ike che ballava. Al volante c’era Thomas e sul sedile di dietro c’era il vecchio saggio. “Mio caro amico” esclamò “dal tuo viso colmo di delizia e dalle tue scarpe danzanti mi sembra di capire che hai buone notizie da darci.”
“Grazie dal più profondo del cuore!” urlò il postino. “Stanotte il mio bellissimo bambino David ha ricevuto un miracolo. È come se non fosse mai stato ammalato. Proprio in questo momento è fuori a mungere le mucche e a fare altri lavoretti!”
“Questa è davvero una bellissima notizia” disse l’uomo che parlava con gli angeli. “Stammi bene, amico mio!” E poi il vecchio saggio si allontanò.
Thomas era decisamente confuso. Si voltò verso il suo mentore. “Com’è possibile?” gli chiese. “Tu sei un guaritore potente. Ma quegli uomini che ti ho portato ieri… erano scassinatori, e rapinatori. Ladri. Perché non ti sei rivolto a cittadini rispettabili e timorati di Dio? Perché hai pregato insieme a personaggi così loschi?”
Ed ecco che cosa gli rispose quell’uomo saggio e dal cuore buono:
“Quando l’altra notte pregai per il nostro amico e il suo unico figlio, vidi che i cancelli del cielo erano chiusi. Non c’era niente che io potessi fare. Quel pover’uomo era disperato.
Come avrei potuto tirarmi indietro quando mi implorava di fare un altro tentativo? Poi mi è balenato in mente un pensiero e perciò ti ho chiesto di portarmi quell’assortimento di furfanti, cosa che hai fatto. Poi, ieri notte, ho pregato nuovamente, ma i cancelli erano ancora chiusi.”
Thomas non riusciva più a raccapezzarsi. “E allora che cos’è successo?” domandò. “Come hai fatto a curare il bambino di Ike, se i cancelli rimanevano chiusi?”
Sul viso del mistico comparve un sorriso pieno di saggezza. “Eh, ma questa volta avevo una banda di ladri ad assistermi” replicò. “Devi sapere, Thomas, che un bravo ladro conosce tutti i modi per scassinare le serrature ed entrare. Hanno forzato i cancelli! Quei criminali hanno fatto irruzione nel cielo: ecco come hanno fatto le mie preghiere a intrufolarsi nel santuario celeste.”
L’automobile raggiunse quella piccola città che il saggio chiamava casa. Era ancora presto, ma le strade cominciavano già ad animarsi. E se qualcuno avesse saputo dove guardare, avrebbe visto parecchi criminali patentati, mescolati agli onesti cittadini, fermarsi all’improvviso e toccarsi con discrezione il cappello vedendo passare l’auto con a bordo il guaritore.
(Da: Yehuda Berg – “La Kabbalah e i 72 nomi di Dio”)
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