Il primo requisito – da non dimenticare mai – lungo la (retta) via, ossia l’imponderabile percorso che conduce a se stessi, è l’attenzione. La concentrazione sarebbe impensabile senza il fulgore della propria presenza. La realizzazione diverrebbe una chimera. La luce sarà dunque sia faro (segnale luminoso, modello, maestro, guida spirituale) che meta.
“Nei tempi remoti, in Giappone, si usavano lanterne di carta e di bambù con le candele dentro. Una notte, a un cieco che era andato a trovarlo, un tale offrì una lanterna da portarsi a casa.
«A me non serve una lanterna» disse il cieco. «Buio o luce per me sono la stessa cosa».
«Lo so che per trovare la strada a te non serve una lanterna,» rispose l’altro «ma se non l’hai, qualcuno può venirti addosso. Perciò devi prenderla».
Il cieco se ne andò con la lanterna, ma non era ancora andato molto lontano quando si sentì urtare con violenza.
«Guarda dove vai!» esclamò il cieco allo sconosciuto. «Non vedi questa lanterna?».
«La tua candela si è spenta, fratello» rispose lo sconosciuto.”
– 101storiezen –
– https://it.wikipedia.org/wiki/101_storie_zen
– 101 Storie Zen (macrolibrarsi)
– 101 storie zen (amazon)