“Maestro” chiese il discepolo, “che cosa è esattamente il vero Sé?
Il saggio rispose “Alla fine dei conti, il tuo vero Sé è il Tao e il Tao è te.”
“Lo trovo difficile da credere, Maestro. Il Tao è grande; io sono insignificante. Il Tao è potente; io sono debole. Il Tao è illimitato; io agisco sotto molte limitazioni. Il Tao è dappertutto; io posso essere soltanto in un posto alla volta. Mi pare che il Tao ed io siamo completamente differenti. Come puoi dire che, alla fine dei conti, io sono il Tao ed il Tao è me?”
Invece di rispondere direttamente, il saggio diede al discepolo una ciotola: “Vai al vicino fiume con questa e usala per portare un po’ d’acqua, quindi continueremo la discussione.”
Il discepolo obbedì, ma quando ritornò, il saggio guardò la ciotola e si accigliò. “Non ti ho detto di prendere l’acqua dal fiume? Cos’è questa?”
“Ma è quello che ho fatto” il discepolo era confuso dal rimprovero. “Ho raccolto l’acqua immergendo la ciotola nel fiume. Ti assicuro che quest’acqua proviene dal fiume.”
“Conosco abbastanza bene il fiume” disse il saggio. “Moltissimi pesci nuotano in esso, ma non vedo pesci in quest’acqua. Numerosi animali vanno al fiume per bere, ma non vedo animali in questa ciotola. Molti bambini del villaggio si bagnano sulla riva del fiume. Bene, non vedo neanche bambini qui. Di conseguenza, questa non può essere l’acqua del fiume.”
“Maestro, è soltanto una piccola quantità d’acqua, naturalmente non può contenere tutte quelle cose!”
“Oh, capisco” disse il saggio. “Bene, in tal caso, desidero che tu riporti quest’acqua nel fiume.”
Il discepolo così fece, con un’espressione confusa sul volto. Si domandava cosa avesse preso al saggio per comportarsi in modo così strano. Fece quello che gli aveva chiesto e tornò.
“L’acqua è tornata nel fiume?” chiese il saggio. Il discepolo annuì col capo.
“Bene” disse il saggio. “La piccola quantità d’acqua che hai portato indietro ora è la stessa acqua che tocca i pesci, gli animali ed i bambini. Infatti, tutto ciò che il fiume è ora si applica all’acqua che entrambi guardavamo appena un istante fa.
“Pensa al fiume come il Tao ed all’acqua nella ciotola come tuo vero Sé. Da un punto di vista limitato, quell’acqua sembra molto differente dal fiume. È comprensibile come una persona possa credere che i due non siano la stessa cosa e mai potranno esserlo. Il fiume è ben più grande della ciotola d’acqua, così come il Tao è ben più grande di un essere umano.
“Avendo trasportato l’acqua dal fiume, ora puoi vederli da una prospettiva più larga. Il fiume è la fonte dell’acqua, così come il Tao è la fonte dei nostri veri Sé. Lo hai capito tu stesso quando hai immerso la ciotola nel fiume, tanto che hai insistito che l’acqua era la stessa anche quando ho provato a convincerti che non lo era.
“Quando hai riversato l’acqua nel fiume, hai visto che la separazione dell’acqua dal fiume era soltanto provvisoria. È la stessa cosa per il vero Sé. La nostra esistenza fisica è soltanto uno stato provvisorio. La verità eterna è che la nostra vera natura viene dal Tao e ad esso ritorna. Quando tutto è detto e fatto, noi ed il Tao siamo uno.”
Proprio come in questa storia la ciotola contiene l’acqua, noi abbiamo corpi fisici che contengono i nostri veri Sé. Avere una ciotola è utile, in quanto permette di trasportare l’acqua da un posto ad un altro. Similmente, avere un corpo è utile in quanto permette di sperimentare la realtà.
A volte ci identifichiamo così tanto con il corpo, che ci leghiamo ad esso e pensiamo ad esso come il nostro Sé. Questo è come confondere la ciotola con l’acqua. L’acqua rimane la stessa qualunque sia il contenitore. Nello stesso senso, il vero Sé rimane essenzialmente “noi”, non importa come il nostro corpo cambia.
Proprio come il discepolo ha imparato una lezione importante trasportando l’acqua dal fiume, noi impariamo dalle nostre esperienze e dai nostri viaggi attraverso il mondo materiale. Proprio come la ciotola d’acqua è tutta sola mentre viene trasportata, possiamo sentirci soli e isolati mentre ci muoviamo attraverso la vita, imparando la nostra lezione.Questa sensazione, intensificata dalle percezioni fisiche, può portare a dimenticarsi che siamo tutti parte di un Sé più grande.
La ciotola non può contenere per sempre l’acqua. Un giorno può cadere accidentalmente e andare in pezzi, o può incrinarsi e rompersi dopo anni di uso. Allo stesso modo, il corpo fisico non può durare per sempre. Gli incidenti, le lesioni, la malattia o l’età alla fine lo renderanno inutilizzabile.
L’acqua deve ritornare al fiume. Anche se l’acqua non viene versata nel fiume, ma è rovesciata in qualche luogo, si muoverà e raggiungerà il fiume. Similmente, quando il corpo non è più un vaso adatto, il Sé che contiene deve tornare alla fonte. Le persone religiose possono chiamare questa fonte Dio; gli atei possono chiamarla legge della natura; noi la chiamiamo Tao. Qualunque sia la definizione, esso è il nostro punto d’origine così come la nostra ultima destinazione.
Così come l’acqua diventa una sola cosa con il fiume, così il vero Sé si fonde con il Tao. E’ in quel momento che ci rendiamo conto che le sensazioni di isolamento e separazione sono illusorie. Noi non siamo mai isolati o separati dalla fonte divina della creazione universale. Non siamo mai veramente soli. L’Uno, il Tao che unifica tutto, è la suprema realtà… del vero Sé.
Di Derek Lin
tradotto da Alessandro Zampagna
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– Fonte web Taoism.net
– Link all’articolo originale