Un giorno, mentre Isan e i monaci erano occupati nella raccolta delle foglie del tè, Isan disse a Kyozan:
«Per tutto il giorno ho sentito la tua voce senza vederti».
Kyozan, invece di parlare, scosse una pianta di tè.
Isan disse: «Hai imparato l’uso, ma non il soggetto».
«Io chiedo a te: che cosa dici?» disse Kyozan.
Isan rimase in silenzio.
Allora Kyozan disse: «Tu hai imparato il soggetto, ma non l’uso».
Sentendo questo dialogo più di dieci discepoli di Kyozan si illuminarono!
Commento
Cos’è che Isan avrebbe voluto scorgere in Kyozan? E’ probabile che si riferisse alla sua “presenza di spirito”, alla consapevolezza più intima, sia di se stesso che delle sue azioni. Tuttavia Kyozan non fu meno sibillino e con un gesto simbolico tentò di trasmettere agli astanti che, in realtà – per quanto ci si voglia illudere o ci s’impegni – dietro le apparenze non v’è proprio nulla di preordinato, di prestabilito. Il dialogo si sviluppa ulteriormente, ma il quesito sotteso rimane lo stesso: chi è colui che agisce? Sennonché il soggetto e l’azione, come il quesito e la risposta si fusero al punto che diversi monaci ne trassero beneficio immediato.
– Da un articolo apparso su Osho Times n. 223
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– Osho.com
– it.wikipedia.org/wiki/Osho
– Oshoba.it
– http://www.meditare.it/wp/aforismi-per-meditare/aforismi-di-osho-1931-1990