I cattolici sono soliti andare dal prete a confessare i loro peccati e ricevere da lui l’assoluzione in segno di perdono da parte di Dio.
C’è però spesso il rischio che i penitenti si servano di tutto ciò come di una garanzia, un certificato che li protegga dal castigo divino e pongano così maggiore fiducia nell’assoluzione del sacerdote che non nella misericordia di Dio.
È proprio quello che fu tentato di fare in punto di morte il Perugino, un pittore italiano del Rinascimento, il quale decise di non confessarsi finché non fosse stato sicuro che non era la paura a spingerlo a farlo.
Per lui sarebbe stato un sacrilegio e un’offesa a Dio.
Un giorno la moglie, che era all’oscuro di questo suo atteggiamento interiore, gli domandò se non avesse timore di morire senza essersi confessato.
Il Perugino replicò:
“Mia cara, ecco come io vedo la cosa: il mio mestiere è dipingere e sono stato un ottimo pittore. Quello di Dio è perdonare e se lui sa fare il suo lavoro come io ho saputo fare il mio, non vedo perché dovrei avere paura”.
(Da: “La preghiera della rana. Saggezza popolare dell’Oriente. Volume primo”, Anthony de Mello)
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– https://it.wikipedia.org/wiki/Anthony_de_Mello
– Fonte