Un racconto un po’ utopico il cui scopo non è d’insegnare o indicare la via, ma lasciarti perplesso, offrirti la possibilità d’intravedere un mondo ideale che purtroppo non ha riscontri, creare un paradosso per separarti, temporaneamente, dalla tua stessa mente e consentire alle istanze in apparenza più illusorie di emergere, d’infrangere un colpo letale al cicalio di coloro che ti suggeriscono come comportarti, cosa fare e chi essere. Ti sarà sufficiente attingere alle tue risorse più implicite per renderti conto di come il vero spirito della meditazione sia fatto di silenzio.
“Una sera, mentre Shichiri Kojun stava recitando i sutra, entrò un ladro con una spada affilata e gli ordinò di dargli il denaro se non voleva essere ucciso.
Shichiri gli disse: «Non mi disturbare. Il denaro lo troverai in quel cassetto». Poi si rimise a recitare.
Poco dopo si interruppe e gridò: «Non prendertelo tutto. Domani me ne serve un po’ per pagare le tasse».
L’intruso aveva arraffato quasi tutto il denaro e stava per andarsene. «Ringrazia, quando ricevi un regalo» soggiunse Shichiri. L’uomo lo ringraziò e andò via.
Alcuni giorni dopo quel tale fu preso e confessò, tra gli altri, il furto ai danni di Shichiri.
Quando fu chiamato come testimone Shichiri disse: «Quest’uomo non è un ladro, almeno per quanto mi riguarda. Io gli ho dato il denaro e lui mi ha detto grazie». Dopo avere scontato la pena, l’uomo andò da Shichiri e divenne suo discepolo.”
– “Il ladro che diventò discepolo” da 101 storie zen
– http://it.wikipedia.org/wiki/101_storie_zen
– 101 Storie Zen – Nyogen Senzaki A cura di Nyogen Senzaki, Paul Reps
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