Un monaco medita in un tempio, ma a un certo punto si addormenta.
Addormentandosi, fa cadere una piccola candela che dà fuoco ai rivestimenti di legno che decorano il luogo.
Quando il monaco si risveglia, l’incendio divampa.
Interamente costruito in pietra dal soffitto al pavimento, il tempio resiste all’incendio, che non si spegnerà fino alla completa distruzione di tutti i rivestimenti in legno.
Prima di sfuggire alle fiamme, il monaco decide di salvare un grande buddha di legno.
Anche se debole, trova la forza miracolosa di alzare la statua che pesa più di cento chili.
Arriva davanti alla porta e si rende conto che il buddha di legno è due volte più alto e più largo della sua apertura.
Impossibile passare di lì, e le pareti sono troppo solide per cedere.
Il monaco non vuole che il suo adorato buddha vada in pasto alle fiamme.
Che cosa può fare per uscire indenne con il suo tesoro? Come farà il monaco a portare in salvo il buddha?
[I giapponesi si pongono domande ben strane.
E pensare che ci sono persone che hanno dedicato più di vent’anni ad argomenti del genere!
La risposta non è uno scherzo: il monaco prende il buddha sulle spalle, apre la porta ed esce.
Molti koan zen ruotano intorno a questo tema e danno lo stesso messaggio.
Un altro esempio: Immaginate di essere completamente intrappolati in un blocco di pietra.
Come farete a uscirne?
Facilissimo: si esce dal blocco facendo un passo avanti oppure di lato.
Un esempio ancora: Un’oca depone un uovo in una bottiglia.
Più tardi, l’uovo si rompe e ne esce un’altra oca. «Come farà questa seconda oca a uscire dalla bottiglia?» chiede il maestro al suo discepolo.
Il monaco si ritira a meditare. Vent’anni dopo, chiede un colloquio con il maestro e gli annuncia di aver risolto il koan.
«Come l’hai risolto?» chiede il maestro.
«L’oca è uscita» risponde il discepolo.
La storia del tempio di pietra con i suoi rivestimenti di legno e il suo buddha in preda alle fiamme è una storia mentale.
È tutto frutto del nostro cervello.
Abbiamo riunito un certo numero di dati sotto forma di problema da risolvere, ma non bisogna perdere di vista che tutti questi dati sono mentali, pura invenzione…
La porta troppo stretta di questo koan non è più reale della difficoltà che noi stessi ci creiamo.
Sono entrambe creazioni dello spirito.
Sono false.
Siamo noi a imporre questo limite della porta stretta.
Tocca dunque a noi (in quanto questa porta ha la stessa natura del buddha e di tutto il resto della storia) risolvere il problema da soli e senza indugio.
Sono molte le persone che, cariche del peso della loro vita passata, si sentono nei guai.
Sono simili a questo monaco che si scontra con una porta troppo stretta.
Dicono: «Aiutatemi a uscire, sono prigioniero!» «Esci!» «Non riesco a concentrarmi. Che ci posso fare?» «Concentrati!» «Sono un vigliacco.» «Sii coraggioso!» «Sono debole.» «Sii forte!» «Non ho fede.» «Credi! Mettiti alla ricerca, un passo dopo l’altro, e abbi fede!»
Anch’io nella mia vita mi sono trovato di fronte a una quantità di problemi irreali.
Quando cercavo di superarli, incappavo nella mia stessa impossibilità.
Profondamente radicati nel mio intelletto, custodivo principi che mi limitavano e mi impedivano di andare avanti.
La storia della mia famiglia è stata la culla delle mie limitazioni.
Prima che nascessi e addirittura prima che fossi concepito, ero già stato programmato per crearmi una porta stretta che mi avrebbe tenuto prigioniero.
In generale, tutti viviamo problemi difficili e a volte anche terribilmente dolorosi, che sono semplicemente il frutto della nostra immaginazione: pure creazioni della nostra mente.
Primo: il buddha di legno non esiste. Questo non è un buon motivo per portarcelo in spalla. Perché ci carichiamo di un peso simile?
Secondo: ci addormentiamo. Perché ci addormentiamo?
Terzo: l’incendio non esiste. Invece gli diamo realtà, e lui finisce per bruciarci davvero. Perché ci bruciamo? Siamo noi a crearci l’incendio che poi ci distrugge. Perché vogliamo metterci in questa tragedia?
Quarto: la porta stretta non esiste. Ci sentiamo imprigionati per colpa sua, mentre potremmo oltrepassarla all’istante.]
[ Da: Il dito e la luna – Alejandro Jodorowsky ]
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– Alejandro Jodorowsky (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Alejandro_Jodorowsky