Uno scorpione era fermo davanti al corso di un fiume.
Non vedeva l’ora di attraversarlo perché doveva andare al ballo annuale degli scorpioni.
Un raggio di speranza illuminò la sua mente non appena scorse una rana che galleggiava sull’acqua, sopra una grossa foglia di quercia.
«Amica», disse, «potresti aiutarmi ad attraversare il fiume? Se mi porti sulla tua schiena, ci metteremo un attimo.»
«Cosa? Guarda che non sono scema! Tu sei uno scorpione. Se ti porto sulla mia schiena, tu mi pungerai con il tuo pungiglione letale.»
«Ma no! Che ti salta in mente? Se lo facessi, affogheremmo entrambi.»
La rana ci pensò un momento e accettò.
Quello scorpione sembrava un tipo a posto.
E così gli permise di salire sulla sua schiena sdrucciolevole e iniziarono ad attraversare il fiume.
Quando arrivarono a metà percorso, dove le acque erano più agitate, lo scorpione arrossì, sollevò il pungiglione e lo piantò a fondo nella schiena della rana.
La rana sentì il veleno entrarle nelle vene e le forze che la abbandonavano.
Con l’ultimo respiro, chiese:
«Perché l’hai fatto? Adesso affogheremo entrambi!»
Lo scorpione, agitato dalla morte imminente, rispose:
«Perché è la mia natura, dannazione!”
– Rafael Santandreu (amazon)
– Rafael Santandreu (macrolibrarsi)