Chuang-tzè sognò di essere una farfalla, e il sogno fu così intenso che al suo risveglio egli non ricordava più se era stato lui a sognare di essere una farfalla o una farfalla a sognare di essere Chuang-tzè.
Poi si guardò attorno.
Vide i bambini da portare a scuola, le cambiali da pagare, il cane che voleva fare la pipì, un testimone di Geova alla porta e così chiuse gli occhi, stese le ali e volò via.
(Storiella zen, rivista e corretta da Francesco Salvi; da “101 buddhanate Zen”)