«La nostra libertà non sta fuori di noi, ma in noi.
Si può essere vincolati all’esterno e tuttavia sentirsi liberi, perché ci si è liberati dalle catene interiori.
Si può forse guadagnare la libertà esteriore mediante un’azione energica, ma la libertà interiore si crea solo mediante il simbolo.»
(C. G. Jung – Libro Rosso)
«Meglio essere legati da catene visibili che da catene invisibili.»
(C. G.Jung – Libro Rosso)
«Il “tu devi”, pertanto è una specie di prigione in cui le persone si attengono a una determinata norma, ma pensano in continuazione: “Se potessi liberarmi di quella norma, Dio solo lo sa quel che farei!”.
Non sapranno mai che cosa farebbero, se fossero liberi. Senza libertà non c’è moralità, non può sussistere una decisione morale.
C’è moralità solo quando sei in grado di scegliere, e se sei costretto, non sei in grado di scegliere.»
(C. G. Jung – Seminari sullo Zarathustra di Nietzsche, 1934-39)
«Si può disporre di leggi meravigliose e rimanere persone del tutto immorali.
Non c’è codice penale che sia stato in grado di generare esseri morali: il “tu devi” è soltanto una specie di binario che ti aiuta ad andare in linea retta quando stai procedendo a zig-zag.
Ma s’impara ad andare in linea retta solo camminando senza alcun binario: solo allora si apprende che cosa siano la vera obbedienza e la vera responsabilità.
Finché si cammina tra due alte pareti, dal cui percorso è impossibile deviare, non c’è né libertà né responsabilità, e tanto meno una qualunque altra virtù; potete essere completamente ubriachi, e ciò nonostante andare dritto. Se siete stretti tra due pareti, vi è semplicemente impossibile andare a zig-zag.
Ora, può darsi che, durante le molte centinaia d’anni che caratterizzano una civiltà consolidata, possa prevalere tale condizione: una strada sicura fiancheggiata da solidi muri. Giunge però un tempo in cui questi stessi muri cadono, e a questo punto ci troviamo all’improvviso a dover dipendere da noi stessi. Tutto viene messo in discussione, e allora abbiamo bisogno di una guida interiore, perché i valori esterni non sono più in grado di offrirla.
Con ciò la stabilità del mondo viene a basarsi soltanto sulla nostra stessa affidabilità, sul fatto di poter contare su noi stessi.»
(C. G. Jung – Seminari sullo Zarathustra di Nietzsche, 1934-39)
Carl Gustav Jung
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– Fonte