“Vogliamo essere più vivi e sentire di più, ma ne abbiamo paura. La nostra paura della vita si rivela nel nostro continuo affaccendarci per non sentire: corriamo per non affrontare noi stessi, ci diamo ai liquori o alle droghe per non percepire il nostro essere. Poiché abbiamo paura della vita, cerchiamo di controllarla o di dominarla. Crediamo che essere trasportati dalle emozioni sia nocivo o pericoloso. Ammiriamo le persone calme, che agiscono senza emozionarsi. Il nostro eroe è James Bond, agente segreto 007.
Nella nostra cultura si dà importanza all’azione, al fatto compiuto. L’individuo moderno è tenuto ad avere successo, non a essere una persona. Egli appartiene alla ‘generazione attiva’ il cui motto è fare di più, ma sentire di meno. Questo atteggiamento caratterizza gran parte della sessualità moderna: più azione, ma meno passione.
A prescindere da quanto bravi possiamo essere nel lavoro, come persone siamo un fallimento, e io credo che la maggior parte di noi senta il fallimento dentro di sé. Percepiamo indistintamente il dolore, l’angoscia, e la disperazione esistenti appena sotto la superficie, ma siamo decisi a vincere la debolezza, a superare le paure e sormontare le angosce. Per questo i libri su come migliorare se stessi o su come fare una data cosa sono così popolari. Purtroppo, questi sforzi sono destinati a fallire perché essere una persona non è qualcosa che si può fare; non è un atto definito: è un qualcosa che ci obbliga a interrompere il nostro lavoro frenetico, a prendere il tempo di respirare e sentire. Questo può farci sentire dolore, ma se abbiamo il coraggio di accettarlo, proveremo anche piacere. Se sappiamo far fronte al nostro vuoto interiore, riusciremo a realizzarci. Se siamo in grado di andare in fondo alla nostra disperazione, scopriremo la gioia.”
Alexander Lowen
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