Se voglio migliorare la mia realtà non mi basta pensare di cambiarla, devo prima affidarmi alla coscienza, devo affrancarmi dalle aree emozionali del cervello che mi tengono legato al modello. Dice Yogananda: «La realtà è un sogno oggettivato, qualunque cosa la tua mente crede con intensità accade all’istante.» Accade all’istante o non accade affatto, è il cosiddetto salto quantico, vale a dire il salto che compie un elettrone da un orbitale all’altro, sparisce da un punto e all’istante riappare in un altro. Finalmente anche noi occidentali, grazie alla quantistica, abbiamo capito che la coscienza non emerge dalla materia come sosteneva Cartesio. Al contrario gli orientali hanno sempre sostenuto che la coscienza è creatrice sia della mente sia della materia. Creatrice, però, non è un termine corretto. Nell’universo nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Dal nulla non si crea nulla. Ma se il nulla è solo apparentemente tale, cioè materialmente niente ma potenzialmente tutto, nel senso che è energia e può trasformarsi in massa e in qualunque cosa perché ne ha la possibilità grazie all’effetto osservatore, allora parlo di creazione nel senso di trasformazione. Se la coscienza può davvero plasmare nuove realtà devo pensare, di conseguenze, che sia universale, onnipotente, onnipresente, onnisciente. Se voglio cambiare la realtà nella quale mi trovo ho bisogno di questa coscienza. … (Alberto Lori)
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