«Tu sei un’immagine del mondo infinito, in te dimora ogni ultimo segreto del nascere e del morire. Se non possedessi già tutto questo, come potresti riconoscerlo?» (C. G.Jung – Libro Rosso)
«La domanda decisiva per un uomo è se è in rapporto con qualcosa di infinito o no.
Questo è il vero problema della sua vita. Solo se sappiamo che la cosa che ci interessa veramente è infinita, possiamo evitare di fissare il nostro interesse sulle futilità e su tutti quei tipi di scopi che non sono realmente importanti. […] Più un uomo pone l’accento sui suoi falsi beni, meno sensibilità ha per quello che è essenziale. […]
Se comprendiamo e sentiamo che già qui in questa vita abbiamo un collegamento con l‘infinito, cambiano desideri e atteggiamenti.
In ultima analisi contiamo qualcosa solo in virtù di quel che di essenziale incarniamo, e se non la incarniamo, la vita si isterilisce.
Nei nostri rapporti con gli altri uomini, quindi, il problema cruciale è se nel rapporto viene espresso un elemento di infinito. […]
La vita mi è sempre sembrata come una pianta che vive sul suo rizoma. La sua vera vita è invisibile, nascosta nel rizoma.
La parte che si vede al di sopra del suolo dura una sola estate. Poi svanisce come un’apparizione effimera. Quando pensiamo all’eterna crescita e scomparsa della vita e della civiltà, non possiamo sfuggire a un’impressione di nullità assoluta. Eppure non ho mai perso la sensazione di qualcosa che vive e che conserva sottoterra il fluire eterno. Quel che vediamo è la fioritura che svanisce. Il rizoma rimane.»
(Da: Ricordi, Sogni, Riflessioni – C. G. Jung)
– Carl Gustav Jung – Amazon
– Carl Gustav Jung – Macrolibrarsi
– Fonte