I versi di Savitri – un poema epico di Sri Aurobindo – possono essere utilizzati, oltre che per meditare, anche per comprendere meglio implicazioni e risvolti della pratica meditativa …
Sopra le sue sopracciglia là dove volontà e conoscenza si incontrano
una Voce possente invase lo spazio mortale.
Sembrò giungere da inaccessibili altitudini
eppure era interiore a tutto il mondo
e conosceva il significato dei passi del Tempo
e vedeva la scena immutabile dell’eterno destino
riempire la lontana prospettiva dello sguardo cosmico.
Come la Voce lo sfiorò, il suo corpo divenne una solida
e rigida statua d’oro di immobile trance,
una pietra di Dio luminosa per un’anima di ametista.
Attorno all’immobilità del suo corpo tutto divenne quieto:
il suo cuore ascoltò i suoi battiti lenti e cadenzati,
la sua mente rinunciando al pensiero ascoltò e divenne muta.
Above her brows where will and knowledge meet
A mighty Voice invaded mortal space.
It seemed to come from inaccessible heights
And yet was intimate with all the world
And knew the meaning of the steps of Time
And saw eternal destiny’s changeless scene
Filling the far prospect of the cosmic gaze.
As the Voice touched, her body became a stark
And rigid golden statue of motionless trance,
A stone of God lit by an amethyst soul.
Around her body’s stillness all grew still:
Her heart listened to its slow measured beats,
Her mind renouncing thought heard and was mute
(Sri Aurobindo – Savitri – Libro 7, Canto II, vv. 8,20)
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– http://it.wikipedia.org/wiki/Sri_Aurobindo
– http://en.wikipedia.org/wiki/Savitri:_A_Legend_and_a_Symbol