Gli abitanti di un pianeta lontano raccolgono un segnale proveniente dalla terra. Incuriositi inviano un emissario che indaghi sull’origine del segnale. Quando ritorna la loro curiosità si trasforma in sbalordimento quando vengono a sapere che chi ha inviato il segnale sono macchine, macchine di carne. Sono loro che governano il pianeta. Non è possibile che la carne pensi, replicano gli abitanti, saranno fatti come noi, in parte carne, in parte carbonio quantico. No, replica l’emissario, sono fatti solo di carne e ossa. La notizia getta nell’incredulità l’uditorio. Non è possibile, obbietta ancora qualcuno, devono avere una qualche parte pensante come il cervello. Anche il cervello è fatto di carne, replica ancora l’emissario. Sono fatti di carne che si guasta anche presto ed è per questo che vivono poco. E’ incredibile, pensare che un pezzo di carne produca un pensiero è come credere che gli attori di una telenovela vivano nel televisore. Questa storiella è una metafora proposta dal professor Sergio Felipe Oliveira, un neuroscienziato brasiliano. Se ci pensi bene è questo ciò che pensa la maggior parte della gente. Scambia la materialità di cui siamo fatti per autocoscienza. Eppure nel corso del tempo ciascuno di noi cambia … di conseguenza la coscienza deve provenire da fuori … il mio più grosso limite è forse quello di definire la mia realtà in base a ciò che credo di percepire con i miei sensi? …… (Alberto Lori)
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