Lo Zen nasce dall’esperienza del Buddha Shakyamuni che più di 2500 anni fa, seduto nella postura di zazen, ha realizzato il completo Risveglio praticando la concentrazione, la vigilanza e la consapevolezza. Zazen vuol dire letteralmente “meditazione seduta”; zen è un termine giapponese, derivato dal cinese ch’an e dal sanscrito dhyana, “meditazione”.
La pratica dello zazen è il cuore dello Zen. Zazen è il ritorno, qui ed ora, alla condizione normale del corpo e della mente, è la forma adulta della nostra vita. E’ il contatto più intimo con se stessi e il rapporto più autentico con la realtà, al di là della riduttiva coscienza dell’io perennemente agitato nel frustrante tentativo di appagare i propri desideri e di sfuggire la sofferenza.
Rimanendo immobili ed in silenzio, seduti nella postura corretta (cioè eretta, equilibrata, stabile, energica e priva di tensioni), si genera naturalmente una respirazione corretta (cioè calma, regolare, profonda e completa); dalla respirazione corretta sorge spontaneamente un corretto stato mentale (quieto, presente e concentrato, libero dagli oggetti del pensiero, dai giudizi, dalle elaborazioni concettuali, aperto, indipendente dalla logica del profitto personale e naturalmente benevolo). Ed in questa condizione centrale di unità del corpo e della mente riconosciamo infine la nostra vera natura originaria: non siamo separati da alcunché.
A partire dalla pratica regolare di zazen, la nostra vita si trasforma, si semplifica, inconsciamente, in modo naturale: dimenticando noi stessi, a beneficio di tutti, ci armonizziamo con la realtà, che si rivela sempre meno ostile.
La portata di zazen è universale: al di là delle condizioni sociali o culturali, zazen si rivolge direttamente al cuore dell’uomo; al di là delle categorie mentali, delle ideologie o dei dogmi, è la radice stessa dello spirito religioso.
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