Vorrei che capissi: l’illuminazione è pura leggerezza, puro amore, pace – proprio come una risata. I teologi l’hanno resa talmente pesante, così gravosa, che la gente la ignora. L’illuminazione dovrebbe essere anche divertimento. Mi viene in mente l’ultima frase di J. Krishnamurti prima di morire, solo pochi mesi fa. Era una persona molto seria e quello era il suo unico difetto. Era illuminato, ma aveva preso troppo sul serio l’illuminazione. Sapeva di essere illuminato e vedeva che nessun altro lo era e si dava da fare per far illuminare le persone, ovviamente.
E per settant’anni – è morto che ne aveva novanta – per settant’anni, da quando ne aveva venti, ha lavorato con le persone e neppure una si è illuminata. Puoi certo capire la sua sensazione di fallimento totale, la sua tristezza… il suo diventare sempre più serio, il farne quasi una malattia. E il motivo è manifesto nelle sue ultime parole: “Le persone non prendono sul serio l’illuminazione, pensano sia un divertimento”. In questo io sono diverso: l’illuminazione non può essere altro che divertimento… divertimento universale, una risata sconfinata, che non conosce limiti. Tu ridi e gli alberi ridono, i cuculi ridono, le nuvole ridono e con loro le stelle… e la risata continua a diffondersi perché ognuno la scatena nell’altro. Non hai neppure bisogno di scatenarla, la tua semplice risata sarà sufficiente: subito un altro si metterà a ridere. Io amo J. Krishnamurti e amo il suo impegno profondo e continuo per settant’anni, ma sono assolutamente contrario al suo orientamento. Ne ha fatto un affare serio. Era il difetto di tutti gli antichi profeti. Per questo non troverai una statua di Mahavira che ride. Che mondo infelice! Non si lascia ridere neppure Mahavira. Non troverai una statua di Gautama il Buddha che ride. Anche se il Buddha avesse riso, la gente non avrebbe creduto ai suoi occhi e alle sue orecchie: “Cosa succede? Un uomo così serio!”. Voi però non sapete che quando la mente svanisce, si è come bambini. La risata affiorerà senza sforzo alcuno. Io perlomeno rappresento una rottura con l’intero passato e per il futuro desidero che i miei discepoli siano dei buddha che ridono; di seri ne abbiamo visti abbastanza e non sono riusciti a trasformare l’umanità. Proviamo un approccio diverso: la non serietà. Hai mai notato che tutti i santi sono seri? Va benissimo inchinarsi davanti a loro, toccargli i piedi e farla finita! Nessuno desidera la loro compagnia. Sono loro che andranno in paradiso, ricordalo. Il paradiso è sovraffollato di santi. Se vuoi stare con le persone giuste, vai nell’altro posto, dove troverai poeti, pittori, ballerini e musicisti. Io in particolare andrò nell’altro posto. Ricordalo, dunque: chiunque verrà con me farà un viaggio bellissimo e incontrerà persone meravigliose. Nessun santo ha mai avuto alcun valore: nessuna creatività, né poesia, né pittura. Tutti coloro che hanno creato, che hanno reso il mondo un po’ più bello, un po’ più vivibile, sono finiti insieme nell’altro posto. Friedrich Nietzsche ha detto che dio è morto. In paradiso la risata è del tutto sconosciuta: il povero dio non ce l’ha fatta a sopravvivere. Quindi ti avviso: attento! Se per caso arrivi alle porte del paradiso, rifiutati di entrare. Non entrare! Chiedi la strada per l’altro posto, sarò là ad attenderti. Basterà chiedere di me!
… segue un filmato del maestro spirituale e di meditazione Osho …
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