La meditazione seduta è essenzialmente uno spazio semplificato. La nostra vita quotidiana è in costante movimento: vagoni di cose che si succedono, moltitudini di gente che comunica, pletore di eventi che avvengono. Nel mezzo di tutto ciò è molto difficile percepire che siamo nella nostra vita.
Quando semplifichiamo la situazione, quando togliamo le cose esteriori e ci rendiamo indisponibili allo squillo del telefono, alla televisione, alla gente che ci visita, al cane che ha bisogno di una passeggiata, ci diamo una possibilità – che è assolutamente la cosa più importante che ci sia – di affrontare noi stessi. La meditazione non riguarda alcuno stato, ma il meditante stesso. Non riguarda una certa attività o la riparazione di qualcosa. Riguarda noi stessi. Se non semplifichiamo la situazione, le probabilità di dare un’occhiata proficua a noi stessi sono minime perché ciò che tendiamo a guardare non siamo noi, ma tutto il resto. Se qualcosa va male, che cosa guardiamo? Guardiamo ciò che sta andando male. Per tutto il tempo guardiamo là fuori e non noi stessi.
(Charlotte Joko Beck)
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