Una sensazione compare, allora comincia il gradimento o lo sgradimento. Quest’attimo fuggente, se ne siamo inconsapevoli, si ripete e intensifica fino a diventare brama e/o avversione, e si trasforma in una forte emozione che infine travolge la mente cosciente. Restiamo così intrappolati nell’emozione e tutto il nostro senno viene spazzato via.
Il risultato è che ci troviamo coinvolti in discorsi e azioni malsani, nocivi a noi e agli altri. In questo modo ci creiamo da soli l’infelicità di cui soffriamo – adesso e in futuro – a causa di un momento di cieca reazione. Ma se siamo consapevoli nel momento in cui comincia il processo di reazione – cioè se siamo consapevoli della sensazione – possiamo scegliere di non consentire che la reazione avvenga o si intensifichi. In quei momenti la mente è libera. Forse, inizialmente, questi possono essere solo alcuni momenti in un’intera ora di meditazione mentre per il resto del tempo la mente rimane preda della vecchia abitudine di reagire alle sensazioni, prigioniera del vecchio circolo vizioso della brama, dell’avversione e dell’afflizione. Ma, con la pratica, quei pochi brevi momenti si trasformeranno prima in secondi, poi in minuti, finché, infine, la vecchia abitudine a reagire non si spezza e la mente resta continuamente in pace. Questo è il modo in cui la sofferenza può essere interrotta.
Satya Narayan Goenka
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