La mente che desidera l’altrui beneficio in modo del tutto generoso e altruista. Ecco, secondo il Dalai lama, una delle condizioni preliminari che favoriscono la meditazione. Le azioni che scaturiscono da siffatto atteggiamento saranno senz’altro positive. Per raggiungere il benessere collettivo ciascuno deve disciplinare, dunque, la propria mente attraverso la familiarizzazione, la meditazione. Seguono alcune considerazioni pronunciate dallo stesso Tenzin Gyatso.
GLI INTERVALLI FRA LE SESSIONI MEDITATIVE
Abbiamo detto che praticare lo yoga degli intervalli fra le sessioni di meditazione è importante. Per quanto riguarda il sonno dividere la notte in tre parti e praticare nella parte iniziale e finale e dormire in quella centrale. Se non teniamo nessun tipo di consapevolezza durante gli intervalli ecco che perdiamo tutto quello che abbiamo fatto durante la sessione.
LA POSIZIONE DI VAIROCHANA
Appena comincia la sessione per prima cosa bisogna assumere la posizione corretta secondo gli 8 punti della posizione di Vairochana, innanzitutto avere le gambe incrociate. Il palmo destro sopra al palmo sinistro, più o meno all’altezza dell’ombelico. Schiena dritta, denti e labbra rilassati con la lingua che tocca il palato superiore e gli occhi che guardano la punta del naso.
In alcune meditazioni viene consigliato di tenere gli occhi completamente aperti ed in altre completamente chiusi. In generale si dice che debbano essere semi chiusi. Braccia leggermente staccate dal corpo così che può passare un po’ d’aria. Il respiro deve essere equilibrato e non forzato. La testa non dovrebbe essere all’indietro e le spalle dovrebbero rimanere in posizione naturale.
I DUE TIPI DI MEDITAZIONI
Ci sono due modi di meditare, si inizia dalla concentrazione e poi ci si concentra sul modo finale di esistere dei fenomeni. Altrimenti le persona dalle facoltà intelettive estremamente acute possono inziare a meditare sulla vacuità in accordo alla scuola filosofica che seguono e poi a sviluppare la concentrazione. Praticando in accordo alla propria filosofia, attraverso l’analisi, si arriva ad ottenere la visione corretta.
Quindi la prima meditazione si propone di cercare la concentrazione sulla base della visione. L’altra meditazione è detta la visione che sorge sulla base della concentrazione.
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GLI OGGETTI DI CONCENTRAZIONE
Per quanto riguarda l’oggetto di concetrazione abbiamo parlato di concentrarsi sulle diverse scritture oppure anche sulla mente stessa.
In questo caso si dice che l’immagine della mente stessa viene utilizzata come oggetto di meditazione.
Per fare questo è necessario eliminare i ricordi del passato e le aspirazioni e i sospetti per quanto riguarda il futuro. Per quanto riguarda il presente bloccare le concettualizzazione, le forme degli oggetti, l’esperienze di felicità e così via. A questo punto si arriva a questa immagine della natura nuda della mente. Quindi non stiamo parlando di vacuità ma solo dell’immagine della mente sfollata da tutte le concettualizzazioni.
Questa natura convenzionale della mente, chiara e conoscitiva, rappresenta il soggetto della nostra meditazione.
Anche senza arrivare a soggetti così sofisticati di meditazione si può semplicemente usare il respiro. Si sviluppa una concentrazione sulla consapevolezza dell’inalazione e dell’esalazione del respiro senza pensare a nient’altro. Contando i respiri, prima 100 poi 500 e così via, la mente si abituerà, attraverso una tecnica molto più semplice, a posare senza seguire tutte le preoccupazioni o le aspirazioni.
Si può concentrarsi sul corpo del Buddha. Andrebbe visualizzato alla distanza di una prostrazione completa. Di una grandezza che va dal gomito fino alla mano, è un’immagine pesante. Naturalmente non è percepita dagli occhi ma è un riflesso mentale.
L’INTROSPEZIONE E LA MEMORIA COME ANTIDOTI AL TORPORE MENTALE
Tramite l’introspezione si controlla che l’oggetto di meditazione non sia sparito, l’oggetto deve rimanere nella mente tramite la memoria. Non è sufficente che l’oggetto rimanga nella mente, l’oggetto deve apparire vividamente, l’immagine deve essere chiara e la mente sveglia.
LA DISTRAZIONE E L’ECCITAZIONE MENTALE
Si può cadere nell’eccitazione. Per esempio quando la mente si ricorda di una esperienza di attaccamento. Oppure si può anche cadere nella distrazione, la mente si distrae e cambia oggetto posandosi ad esempio sulla compassione. Quest’ultimo è sì un oggetto virtuoso, ma la mente si è comunque distratta. Questa distrazione rappresenta comunque un ostacolo allo sviluppo della concentrazione.
(Dharamsala settimo giorno insegnamenti: mattina – 3 Ottobre 2008)
– Dalai Lama – Amazon
– Il Dalai Lama – Macrolibrarsi.it
– Il Dalai Lama – Wikipedia
– Aforismi del Dalai Lama – Meditare.it
– Fonte