Domande e Risposte
Domanda: Ci sono altri modi, oltre alla meditazione, per sradicare un’abitudine di perenne irrequietudine?
Risposta: Ci sono molti modi, ma sono meno diretti, perché non mirano tanto alla pace in sé quanto a creare condizioni che permettano di sentirsi in pace. La pace, però, non è solamente uno stato passivo, nel quale ci troviamo quando l’agitazione intorno a noi si placa.
Le persone immaginano di trovare la pace in un ambiente tranquillo, nella casetta in riva al mare in cui sperano di ritirarsi un giorno o nella calma routine della vita a bordo di uno yacht. Quello che troveranno, se la pace per loro è solo la cessazione dell’ansia, è una vita di eterna e profonda noia. La vera pace non è mai passiva: è dinamica. Proviene da uno stato di consapevolezza elevato. La si può trovare solo interiormente, nel Sé. Quando la nostra consapevolezza è eccessivamente sollecitata da troppi stimoli esterni, ci priva della pace; non potrà mai donarcela.
È utile, in ogni caso, preparare il terreno a una consapevolezza più alta semplificando gli aspetti materiali della nostra vita e riducendo la quantità dei desideri personali. È importante mantenere un atteggiamento di serenità, senza il quale la meditazione risulterà difficile.
Quando lavori, concentrati nel fare una cosa alla volta: porta a termine un progetto prima di iniziarne un altro. Non essere ingordo nei confronti della vita. Procedi in un’aura di calma e ti sembrerà facile raggiungere la pace supercosciente nella meditazione.
Domanda: Quando mi faccio prendere dal vortice delle mie occupazioni quotidiane, mi sembra quasi di aver paura della pace. C’è qualcosa che posso fare per superare questa paura?
Risposta: Questo è uno dei classici ostacoli che si presentano sul sentiero spirituale: una opinione erronea. In questo caso, si teme proprio la cosa che più si desidera e di cui si ha disperatamente bisogno.
La paura di cui parli è semplicemente la conseguenza della tensione fisica e mentale. Se combatti quella tensione, diventerai solo più teso. Perciò, concentrati in primo luogo sul rilassamento, dapprima fisico, poi mentale. Tratterò più a fondo questo argomento in seguito, spiegando cosa è possibile fare per imparare a rilassarsi.
Domanda: Alla fine della sezione precedente, lei ha detto che la pace dovrebbe essere «parte del processo creativo». Ma la creatività non è molto spesso il frutto del tormento della mente e dell’animo, anziché della pace interiore?
Risposta: Lo è e non lo è. Spesso bisogna soffrire per elevare la coscienza umana a quel livello di maturità da cui scaturisce l’intuizione profonda. Al tempo stesso, non si può dire che un quadro o un brano musicale siano veramente “significativi”, o tanto meno “grandi”, se si limitano a presentare problemi senza suggerire soluzioni valide per risolverli.
Nel campo della scienza e della tecnologia, si valuta un’idea creativa non in base alla complessità dell’invenzione, ma alla sua idoneità a essere realizzata. Più l’idea è semplice, meglio è. Non è sufficiente che un inventore metta in evidenza un problema: se vuole essere acclamato dalla società, deve fornire soluzioni a quel problema. La creatività, in ogni sua manifestazione, non è un vagare su sentieri tortuosi per tirarsi fuori dalle difficoltà; è piuttosto il grido di gioia: «Eureka ! Ho trovato la via d’uscita!».
È difficile trova re soluzioni usando la ragione. La mente razionale è come una nave senza timone: traccia disegni sull’acqua che sembrano interessanti, ma è priva di una direzione ben definita. Il timone della guida interiore proviene dai livelli supercoscienti della consapevolezza.
Per citare un’esperienza personale, molti anni fa, quando ero giovane, avevo l’ambizione di diventare commediografo ed ero gratificato dal fatto che un certo numero di persone dell’ambiente teatrale prevedesse per me un brillante futuro (si sa che la gente di teatro è notoriamente prodiga di previsioni). Tuttavia, dopo qualche tempo mi accorsi che, benché si potesse dire che viaggiassi a gonfie vele per quanto riguardava la comprensione dei problemi della vita, mi ritrovavo invece ad arrancare quando si trattava di offrire una qualsiasi risposta. A un certo punto, consapevole del tormento (come tu stesso l’hai definito), di vedere solo i problemi, decisi che non aveva senso inondare il mondo con la mia ignoranza! Così, invece, risolsi di dedicare la mia vita alla ricerca delle soluzioni. Se mai ne avessi trovate, allora, a Dio piacendo, avrei avuto qualcosa che fosse degno di essere condiviso con gli altri.
Una verità della quale sono profondamente convinto è questa: non si potrà mai creare una grande opera senza almeno un pizzico di ispirazione supercosciente. Questa ispirazione giunge – anche solo per un fugace istante – in uno stato di pace interiore, quella pace cui arriviamo più direttamente con la meditazione.
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– https://it.wikipedia.org/wiki/Kriyananda
– https://www.ananda.it