Un giovane monaco, un occidentale, appena arrivato a uno dei monasteri della foresta di Ajahn Chah, chiese il permesso di rimanere a praticare.
“Spero che la sofferenza non ti spaventi” fu la prima risposta di Ajahn Chah. Colto un po’ alla sprovvista, il giovane aggiunse che non era venuto per soffrire, ma per apprendere la meditazione e vivere in pace nella foresta.
Ajahn Chah spiegò: “Ci sono due tipi di sofferenza: quella che porta a ulteriore sofferenza, e quella che conduce alla fine della sofferenza. Se vuoi evitare di trovarti a faccia a faccia con il secondo tipo di sofferenza, continuerai sicuramente a provare il primo”.
Di solito il modo di insegnare di Ajahn Ciuffi è franco e diretto. Quando nei cortili del monastero incontra i monaci, spesso chiede: “Stai soffrendo molto, oggi?” Se uno risponde di sì, lui replica: “Bene, si vede che oggi hai molti attaccamenti”, e poi ne ride insieme al monaco.
Siete mai stati felici? Avete mai sofferto? Avete mai considerato quale di queste due cose ha valore davvero? Se la felicità fosse reale, allora non dovrebbe dissolversi, non è vero? Dovreste studiare questo punto per vedere cosa è reale, che cosa è autentico. Questo studio, questa meditazione, porta alla retta comprensione.
[ Da: Achaan Chah, I maestri della foresta. La pratica della meditazione di visione profonda ]
– Achaan Chah (amazon)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Ajahn_Chah