‘Puro conoscere’ significa osservare o conoscere obiettivamente ciò che sorge, senza perdersi in associazioni, reazioni, giudizi e valutazioni; oppure, nel caso in cui ci si perde, prendere atto di quegli stati.
Ad esempio: immaginate di provare una sensazione di tensione alla mascella. Potreste notare la sgradevolezza, ma aggiungere il commento: “Sono così rigido”. O potreste provare la sensazione gradevole di una mente concentrata e spaziosa, per poi ritrovarvi con un nugolo di pensieri su quanto siete bravi a meditare. Però, invece dei pensieri proliferanti su una sensazione gradevole o sgradevole, potremmo provare il puro conoscere che esiste in una sensazione gradevole o sgradevole. O, invece di analizzare il motivo per cui emergono certe emozioni e addentrarsi nella propria biografia psicologica, potremmo semplicemente sapere che c’è attrazione o assenza di attrazione, ostilità o assenza di ostilità. Questo significa essere consapevoli nella misura in cui consente il puro riconoscimento.
Questa pura consapevolezza rivela molto sulla natura della mente cosciente. Iniziamo a notare che il puro conoscere non comporta sforzo: è connaturato alla mente. Possiamo capirlo bene con i suoni. Quando non siamo distratti e si presenta un suono, quel suono viene conosciuto spontaneamente, senza sforzo e con precisione. Non dobbiamo sforzarci per udirlo. È una facoltà della mente-specchio. Tale conoscenza spontanea è evidente anche nel movimento. Quando non siamo distratti, le sensazioni derivanti dal movimento vengono conosciute senza sforzo. Il puro conoscere non è qualcosa che dobbiamo fare o creare; piuttosto, è qualcosa a cui tornare. Un piccolo mantra che mi ha aiutato molto nella pratica ed è un promemoria di questa natura consapevole: “È già qui”.
Nelle istruzioni del ritornello del Satipatthana Sutta, il Buddha dice innanzitutto che dobbiamo istituire la presenza mentale nella misura in cui serve a una pura conoscenza. Significa semplificare, il che può essere una vera sfida, specialmente per noi occidentali. Significa lasciar riposare la mente in una consapevolezza che non interferisce, limitandosi a riconoscere ciò che si presenta. Per pura conoscenza si intende l’esperienza semplice e diretta di sapere che cosa è presente senza imbastire storie su quell’esperienza.
(Da: Joseph Goldstein, “Mindfulness. Una guida pratica al risveglio“)
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