All’alba rivolgo il pensiero verso la suprema Realtà, il Sé che risplende nel cuore, l’Esistenza-Coscienza-Beatitudine, lo stato che i paramahansa cercano di raggiungere, al di là della veglia, del sogno e del sonno profondo. Io sono questo indiviso, eterno Brahman, e non un aggregato di elementi.
All’alba offro il mio amore al Signore supremo, inconcepibile e indescrivibile, la cui grazia è la fonte di tutte le parole. Offro il mio amore al non-nato, immutabile Dio degli dèi, del quale le scritture dicono “non questo, non questo!”.
All’alba rendo omaggio al perfetto Spirito supremo che splende come un sole al di là delle tenebre, all’eterno sostegno di ogni cosa, che sembra essere questo universo, come una corda sembra essere un serpente.
Colui che all’alba di ogni giorno reciterà questi propizi versi, ornamento dei tre mondi, riuscirà certamente a raggiungere lo scopo supremo della vita.
(Sankara)
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– Da: guide.supereva.it/filosofie_orientali