Differenti scuole buddiste consigliano diverse posture meditative. Alcune caldeggiano una ferma postura formale, mentre altre sono meno rigide e più concentrate sui movimenti interni della coscienza.
Le tradizioni del Tibet, per esempio, consigliano una spina dorsale dritta, eretta ma rilassata, le mani a riposo nel grembo, con il ventre molle, le spalle rilassate, il mento leggermente retratto e lo sguardo abbassato, con le palpebre socchiuse; la mandibola è molle con la lingua dietro i denti superiori, le gambe incrociate. Un detto buddihsta Zen Soto insegna a sedere con il corpo formale e la mente informale. Il punto essenziale comune a tutte le scuole è di rimanere equilibrati e all’erta, al fine di squarciare il velo dell’illusione samsàrica.
(Lama Surya Das)
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